giovedì 24 febbraio 2011

Un momento di pace..

[Foto trovata sul web...se il soggetto dovesse capitare qui e si sentisse offeso...affari suoi! No scherzo, provvederò alla rimozione perchè so di essere obbligata giuridicamente, argh!]
 LINGUAGGIO ESPLICITO
Ormai è impossibile anche prendere un momento per sè.
Dopo mesi di clausura da studio riesco finalmente a sedermi al sole, su una bella panchina, a leggere un bel libro in un parchetto che guarda il Lario. Sottofondo di uccellini che canticchiano, nonne a passeggio con i nipotini, pensionati che guardano i lavori in corso del lungolago...e qualche panchina più in là, giovani fesciòn, che sicuramente hanno bigiato da scuola. Bevono birra, sbraitano come ovini e vogliono far sapere a tutta la città che hanno voglia di scopare. Ora capisco perchè non sono andati a scuola, mica si parla di figa lì! Ehi ehi ehi...non prendetemi per bigotta! Ero una marciona e non mi scandalizzo tanto per una birra, per il fatto che abbiano saltato la scuola o perchè dicono parolacce in modo a dir poco ridicolo!
Sarà che l'essere umano difficilmente riesce a farsi gli affari propri, sarà che la mia concentrazione vacilla dopo mesi e mesi di libri di diritto, o forse sono loro che hanno un tono veramente fastidioso. Forse è tutto questo insieme. Fatto sta che non riesco a non guardarli, di tanto in tanto, perplessa. L'apoteosi viene raggiunta quando questi esseri lanciano le bottiglie vuote tra gli alberi. Ecco! Inizialmente mi sale una rabbia accecante e vorrei tanto andare a dirgliene due a quei mandrilli col pannolone..ma poi mi rammento delle raccomandazioni di mamma e fidanzato che sono convinti che se mi ostino ad esternare ciò che penso qualche giorno qualcuno mi prende a botte. Rinuncio. Allora mi assale una tristezza infinita...oltre ai soliti pensieri che affiorano di fronte a cotanta stupidità: "eh ma io da giovine non ero mica così!"...soltanto che questa volta è vero! Non penso di aver raggiunto mai un livello così basso di, ma neanche intelligenza, chiamiamola lucidità mentale! Sì ok, non ho nemmeno mai bigiato la scuola, forse sono io l'anormale....Ma sicuramente non ho mai gettato alcun tipo di rifiuto in un posto diverso dal cestino della spazzatura...meglio se differenziata! (ma so che chiedo troppo!
Ecco allora la tristezza...perchè di fronte a certe immagini non faccio altro che rendermi conto con chi devo dividere il mondo..sia chiaro non mi interessa granchè del resto ma se dei ragazzetti di 15 anni, che sì hanno la voglia adolescenziale di andare contro le regole, non hanno rispetto dell'ambiente mi cadono veramente le braccia..non ditemi che da adulti cambieranno perchè è da queste piccole cose che si capisce lo stile di vita che prenderà una persona. Io ad esempio, che sono una terrorista ambientalista, che mi incazzo per ogni mozzicone che incotrano i miei piedi per strada, posso raccontarvi la storiella di me che a pochi anni di età, massimo 2 dalle testimonianze di mamma, me ne stavo sul seggiolone del carrello della spesa e tra le manine serrate tenevo le cartacce di caramelle o quant'altro, che poi consegnavo in vista di una spazzatura. E qui non  è questione di essere una bambina prodigio (perchè non lo sono!!) e mi rendo conto che pretendo davvero tanto, troppo. In fondo non so nemmeno perchè l'ho raccontato.

Domande #2: ma veramente fate?

Notizia di stamattina: "Al Queda si è schierata contro il regime di Gheddafi"
....
Manco fosse un'organizzazione manipolata dall'occidente!

mercoledì 23 febbraio 2011

Consumo critico #10: Chiquita e Dole (aggiornati al 2009)

CHIQUITA
INDIRIZZO PRINCIPALE: Chiquita Brands International Inc., 250 East Fifht Street, 45202 Cincinnati, Ohio, USA.
www.chiquita.com
IN ITALIA: Chiquita Italia S.p.A., Via Tempio del Cielo 3, 00144 Roma.
www.chiquitaitalia.it
Multinazionale nel campo della frutta e verdura, sia fresca che conservata. Opera in 11 Paesi con un fatturato di 4,5 miliardi di dollari e con 24.000 lavoratori. Possiede anche molta terra in America Centrale, sia come proprietà, sia in affitto (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
Il dramma dei "bananeros" (lavoratori delle banane) nicaraguensi dura ormai da diversi anni con sempre più morti e sempre più abusi provocati dalle multinazionali americane. Ebbe inizio alla fine degli anni '70 quando il pesticida Nemagon venne prodotto dalla Dow Chemical e distribuito in Nicaragua dalla Chiquita e dalla Dole; nel giro di vent'anni si sono verificati centinaia di tumori, malformazioni congenite e malattie della pelle. Ad oggi sono più di 800 le persone decedute (Fonte: Carta Online, 16 aprile 2005).
La multinazionale leader mondiale nel mercato delle banane ha finanziato per sette anni (dal 1997 al 2004) gli squadroni della morte dell'Unione di Autodifesa della Colombia (AUC), gruppo paramilitare di estrema destra, responsabili di centinaia di massacri di civili durante il quarantennale conflitto colombiano e collusi col narcotraffico.
La Chiquita, in precedenza, aveva pagato anche altre organizzazioni terroristiche che operano in Colombia, per esempio le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) e l'ELN (esercito di Liberazione Nazionale) (Fonte: Carta Online; Altreconomia n. 82, aprile 2007).
Secondo il sindacato dei lavoratori del settore, anche nel periodo del pagamento, non sono mai cessati omicidi e violenze nei confronti dei contadini e soprattutto dei sindacalisti, perchè, secondo il sindacato, il pagamento dell'AUC prevedeva, oltre alla protezione delle installazioni, anche l'eliminazione fisica di quei sindacalisti che protestavano troppo. Oltre 10.000 persone sarebbero state assassinate negli ultimi dieci anni dai paramilitari dell'AUC "in gran parte nelle regioni bananiere dove la Chiquita finanziava le sue operazioni" sostengono gli avvocati.
Un'indagine condotta dalla rivista Altreconomia del 2006 svela che, anche se Chiquita ha firmato un accordo di rispetto dei diritti dei lavoratori nelle sue piantagioni con IUF (Sindacato Internazionale degli Alimentaristi) e anche se ha ricevuto la certificazione SA8000 per tutte le sue piantagioni, continua il problema dell'uso di pesticidi e dei salari bassi per i suoi lavoratori con una paga media di 8 euro al giorno, per una giornata di 10 ore.
Nel 2008 erano ancora in corso i procedimenti giudiziari, nei Tribunali degli Stati Uniti, promossi da migliaia di braccianti del Centro America e delle Filippine per poter ottenere l'indennizzo dei danni a causa dell'uso del pesticida DBCP (Dibromo Cloro Propano) che è un potente vermifugo (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
Ulteriori informazioni presenti nell'edizione 2003 della guida:
La multinazionale è nota per gli attacchi all'ambiente, per la repressione sindacale, per i maltrattamenti dei braccianti, ma soprattutto per la sua aggressività in ambito politico in quanto tiene i governi dei paesi dove ha le sue piantagioni rigidamente sotto controllo. Nel 1953, quando Jacob Gurmar, presidente del Guatemala, decise di varare una riforma agraria che danneggiava Chiquita, venne fatto fuori da un colpo di stato che tutti imputano alla regia di Chiquita.
Chiquita obbliga i propri lavoratori a spruzzare pesticidi senza protezione, a volte senza l'acqua per potersi lavare. 
Nel 1995 Chiquita ha chiuso quattro piantagioni: secondo il sindacato locale si è trattato solo di una scelta per indebolire il movimento dei lavoratori, obbligandoli ad abbandonare le terre dove questi abitavano da generazioni con le loro famiglia. La produzione di banane è pure causa di deforestazione in Costa Rica e l'uso dei pesticidi crea impoverimento dei terreni, provocando gravi danni alle acqua fluviali e marine (Fonte: Equonomia, giugno 1999 e settembre 1999; Altreconomia, ottobre 2000).
Dopo una campagna di pressione da parte dei consumatori (lanciata nel 1998 in occasione del centenario nella multinazionale), Chiquita ha accettato di impegnarsi nel rispetto delle convenzioni dell'ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) in particolare sui temi della libertà sindacale (Fonte: Redattore sociale ed Unione internazionale dei lavoratori).*
*N.d.R. Sul sito della Chiquita nella sezione "take a look back" per il periodo 2000-2009 vengono menzionati:
- 2000: Rainforest Alliance certificata al 100%  per le aziende in America Latina sottoposte a rigorosi standard ambientali e sociali del Better Banana Project;
- 2002: iscritta al Ethical Trading Initiative;
- 2004: Corporate Citizen of the Americas Award per il progetto Nuevo San Juan home-ownership in Honduras.
Sta ad ognuno compiere le proprie valutazioni a riguardo.

DOLE
INDIRIZZO PRINCIPALE: Dole Food Company Inc., I Dole Dr, Westlake Village, California, 91362, USA.
www.dole.com
IN ITALIA: Dole Italia S.p.A., Piazza del Tricolore 1, 20129 Milano.
www.dole.it
Multinazionale di origine statunitense. Oggi è la più grande produttrice e distributrice mondiale di frutta e verdura, sia fresche che conservate. Presente in 90 Paesi, fattura annualmente circa 6 miliardi di dollari e impiega 47.000 persone. Controlla il 25% del mercato mondiale di banane.
Nel 2006 una campagna internazionale ha denunciato il comportamento antisindacale di Dole nelle coltivazioni dell'America Centrale. Coseguentemente a ciò, nel marzo 2007, Dole si è impegnata a rispettare le libertà sindacali ma secondo alcune associazioni, come riporta una lettera dell'agosto 2007, l'accordo non veniva ancora rispettato in Costa Rica, Guatemala, Ecuador e Perù.
Nel febbraio 2008 un'azienda contoterzista di Dole ha licenziato 16 lavoratori che avevano partecipato ad uno sciopero di 5 giorni al fine di ottenere gli arretrati maturati tra il 2003 e il 2007.
Nel 2006 un'azienda terzista di Dole in Costa Rica è stata accusata di gettare pesticidi dall'aereo mentre le persone si trovavano nella piantagione a lavorare.
Una ricerca condotto dall'associazione EILER nelle Filippine, ha evidenziato che le condizioni di lavoro nelle piantagioni che producono banane e ananas per Dole sono raccapriccianti: i lavoratori hanno salari bassissimi, ritmi estremamente duri e problemi di salute in conseguenza all'utilizzo di sostanze pericolose. Un sindacato filippino sostiene che i liquami prodotti dagli stabilimenti di inscatolamento vengono versati direttamente nei corsi d'acqua.
Dole ha ritirato dalla vendita negli Stati Uniti confezioni di spinaci perchè contaminate dal batterio Escherichia coli; lo scandalo ha coinvolto anche altre aziende. La verdura contaminata ha causato 104 ricoveri e 3 morti (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
La multinazionale, primo produttore di banane e frutta fresca al mondo, ha utilizzato (come Chiquita N.d.R.) nelle sue piantagioni per oltre vent'anni il pesticida Nemagon, elaborato dalla Dow Chemical, a base di Dibromo Cloro Propano (DBCP), usato largamente nonostante fosse bandito alla fine degli anni '70 negli USA: un fertilizzante pesticida che ha causato tumori e sterilità ai lavoratori delle piantagioni (almeno 5.000 casi in Nicaragua). Ad oggi sono più di 800 le persone decedute a causa del DBCP. Dole, nonostante fosse al corrente degli effetti del fertilizzante, continuò ad utilizzare il prodotto senza informare i lavoratori sui rischi a cui andavano incontro. Il 5 novembre 2007 la Corte Suprema di Los Angeles ha dato ragione ai contadini nicaraguensi, obbligando Dow Chemical (produttrice del Nemagon) e Dole a risarcirli con 3,3 milioni di dollari per danni fisici in quanto la Corte h riconosciuto che le due imprese nordamericane hanno agito in malafede pur conoscendo i danni del Nemagon (Fonte: Altreconomia n. 80, frebbraio 2007; Carta Online 4 aprile 2008)
La Dole è stata criticata per la distruzione della foresta pluviale in Honduras e nelle Filippine.**
** N.d.R. anche sul sito della Dole, nella sezione "principles" (sul sito italiano la pagina è ancora in costruzione) si può trovare una sviolinata di buone intenzioni, premi vinti e altro, il tutto in un'ottica di difesa dei deritti dei lavoratori, dell'ambiente e della salute. Sta ad ognuno compiere le proprie valutazioni a riguardo.

Tratto da:  
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. La Tortuga, 2003.


Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti Chiquita e Dole e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

giovedì 17 febbraio 2011

Buon compleanno Italia #2

Manca un mese alla celebrazione dei 150 anni dell'unità d'Italia, e non si fa altro che discutere sul fatto se sia lecito festeggiare o no...chi dice che bisogna festeggiare per far credere agli italiani che gli interessa qualcosa del paese...chi dice che non bisogna festeggiare perchè....(ma voi capite cosa dice??)...chi sostiene che bisogna festeggiare alla grande soltanto per contraddire quelli dell'altro schieramento.....e insomma...sapete di cosa sto parlando.

Stasera però mi è giunta all'orecchio una frase di un Ministro che diceva una cosa tipo "Gli italiani devono comprendere i motivi per i quali si deve festeggiare"...
Domanda: qualcuno mi illustra questi motivi? Sapete io sono cinica e polemica e di motivi buoni non me ne vengono proprio in mente!
Chi mi aiuta? Dovrò pur scrivere gli auguri il 17 marzo!
Dai! Avete un mese di tempo!

Non sopporto...

[Immagine tratta dal film "La haine" di M. Kassovitz, 1995]
Tutto quello che non sopporto ha un nome.
Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.
Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.
I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata.
La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive. 
Ma non sopporto neanche le generazioni successive.
Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.
Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.
La prosopopea dell'invincibilità eroica dei giovani è patetica.
Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.
Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.
Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.
Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini.
Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l'ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.
Che divina non è. Solo mancanza di impegno.
Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l'ascella? Impossibile sopportarli.
Non sopporto i manager. E non c'è bisogno nemmeno di spiegare il perchè. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola.
Non sopporto i fidanzati, poichè ingombrano.
Non sopporto le fidanzate, poichè intervengono.
Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.
Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.
Tutto consentito, tranne l'omicidio.
Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma, mettono in difficoltà.
Perchè boicottano la cattiveria.
Quindi, sono insopportabili.
Ti chiedono "Come stai?" e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l'interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.
Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.
Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l'aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, coloro che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent'anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione di ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d'arte, gli ex comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono "intrigante", i modaioli che dicono "figata" e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti "amore", certe bellezze che dicono "ti adoro", i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell'aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d'amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l'acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d'arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d'oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l'ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le spiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, tutti coloro che fischiano, coloro che cantano all'improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono "viaggiatori", coloro che parlano "per esperienza", coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perchè devono portare gli zoccoli?
Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sè, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.
Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l'iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l'intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l'arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l'abuso di potere, l'inettitudine, la sportività, la bontà d'animo, la religiosità, l'ostentazione, la curiosità e l'indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l'eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l'eccitazione, la saggezza, la determinazione, l'autocompiacimento, l'irresponsabilità, la correttezza, l'aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l'incoscienza, la capziosità, la rapidità, l'oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l'ineluttabilità, l'esibizionismo, l'entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l'automobilismo, l'autonomia, la dipendenza, l'eleganza e la felicità.
Non sopporto niente e nessuno.
Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.
Solo una cosa sopporto.
La sfumatura. 
 Tratto da: Hanno tutti ragione di P. Sorrentino 2010

lunedì 14 febbraio 2011

Io, donna racchia.

Non mi piace fare quella con la voce fuori dal coro, eppure mi ci ritrovo sempre. Non so se ho qualche cosa io che non va o se sono proprio gli altri che tanto lucidi non sono. Probabilmente entrambe le cose.
Fatto stà che non riesco a capire il senso di una manifestazione come quella di ieri.
Voglio dire...io in quanto donna non mi sento affatto offesa dai comportamenti dei politici italiani.
Non capisco tutto questo clamore..minorenni, maggiorenni - che di certo non sono racchie come me - hanno scelto liberamente di intraprendere il mestiere più vecchio del mondo per ceti altolocati. Cos'è veramente quello che vi dà fastidio? Accettare il fatto che alcune donne usano il proprio corpo per comprarsi la nuovissima borsa griffata da 3000 euro oppure che a creare questa situazioni di favoritismi per donne fighe abbiamo contribuito noi tutti? Non è da quest'anno che sgallettate vengono proposte come rappresentanti politiche, che la tv vi propina tette e culi a nastro e che i giornali propongono solo bellezze (photoshoppate..lo capirete mai?) taglia 36.
Quante donne si adoperano in modo serio per eliminare questa situazione? E questo non significa organizzare manifestazioni fuffe e manipolate politicamente, o raccogliere le firme per far togliere il velo alle donne musulmane. Quante di queste donne erano ieri presenti in piazza?
Proverei ad indovinare...e forse forse ci prendo.

Giada Iovino

mercoledì 9 febbraio 2011

Ma per difendere chi?

Quando una cosa è genuina, giusta, vera lo è sempre.
La Magistratura non si difende solo quando bisogna mandare a casa il Berlusconi di turno.
Questo è un post di denuncia CONTRO la manifestazione che si terrà il 13 febbraio (e tutte le altre che ci sono state e ci saranno) perchè è evidente che questa farsa è stata organizzata non per difendere i magistrati ma per difendere la poltrona (e magari prendersene una più comoda!)

"L'ingiustizia in un luogo qualunque è una minaccia per la giustizia ovunque"
M. L. King

Giada Iovino

martedì 8 febbraio 2011

Consumo critico #9: Altria Group aka Philip Morris (aggiornamento al 2009)

ALTRIA GROUP già PHILIP MORRIS
INDIRIZZO PRINCIPALE: 6601 West Broad Street, Richmond, VA 23230 USA.
www.altria.com
www.philipmorrisinternational.com
IN ITALIA: Philip Morris Italia S.R.L., Via S. Teresa 35, 00198 Roma.
www.philipmorrisinternational.com/IT/...
Altria Group, dopo aver formato nel gennaio del 2003 un vasto conglomerato di imprese dislocate in 46 paesi, classificandosi al 24° posto della graduatoria mondiale, ha perso nel 2007 una delle tre più grandi imprese, la Kraft Foods, continuando ad operare con le altre due più grandi: la Philip Morris International e la Philip Morris USA.
Kraft si è scorporata dal gruppo Altria a causa della cattiva immagine che Philip Morris, la multinazionale del tabacco, conserva nel mondo, avendo nascosto per molti anni il grado elevato di nocività delle proprie sigarette; fatto che le è costato condanne da più Tribunali e il risarcimento dei danni che molti fumatori hanno subito. Inoltre Philip Morris è responsabile di una pubblicità aggressiva nei confronti dei giovani del Sul del mondo che sono indotti a fumare (Fonte: Guida la consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo. EMI, Bologna, 2008).
Altria ha inoltre sovvenzionato gruppi che sostengono il riscaldamento globale è un mito o un fatto non economico per poter essere preso in considerazione (Fonte: Ethical consumer 108, settembre/ottobre 2007).
Philip Morris International è una delle società di tabacco leader nel mondo; attualmente controlla il 15,6% del mercato internazionale di sigarette, con oltre 75.000 dipendenti. I suoi prodotti vengono realizzati in oltre 58 fabbriche e sono venduti in circa 160 Paesi (Fonte: www.philipmorrisinternational.com).
Ulteriori informazioni presenti nell'edizione 2003:
Fino al 1999 ha cercato di nascondere i legami tra il fumo e i danni derivanti dal fumo "passivo", ma Ethical Consumer Research Association comunica nel suo rapporto 1998-1999 che Philip Morris, assieme ad altre multinazionali del tabacco, è stata condannata nel 1997 a sborsare 206 milioni di dollari per 25 anni come risarcimento per le spese sostenute dai malati per cause legate al fumo (Fonte: Altraeconomia n. 36, febbraio 2003).
Inoltre merita di essere citata tra le 10 peggiori multinazionali del 2001 per aver realizzato una campagna pubblicitaria ingannevole dal titolo "siamo cambiati", in cui dichiarava di voler ridurre la diffusione del fumo tra i giovani; in realtà rendeva più attraente il fumare perchè rappresentato come una cosa da "grandi".
E' la maggiore responsabile dei 4,2 milioni di persone che muoiono ogni anni nel mondo per malattie legate al fumo (Fonte: Multinational Monitor, 31 dicembre 2001)*.

Tratto da:  
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. La Tortuga, 2003.


Post introduttivo al consumo critico qui.
Elenco delle multinazionali qui.
Altre informazioni sulle multinazionali su Transnationale.

* Sul sito internet di Human rights watch è pubblicato il rapporto intitolato "Hellish work: exploitation of migrant tobacco workers in Kazakhstan" in cui sono indicate minuziosamente le aziende che ricorrono al lavoro minorile. Tutte appartengono alla Philip Morris Kazakhstan, sussidiaria della multinazionale leader Philip Morris International, che vende i suoi prodotti in 160 paesi e ha un giro di affari di circa 90 miliardi di dollari anche con marche come Marlboro, L&M, Chesterfield, Bond Street, Merit. A seguito della denuncia di Hrw il portavoce della multinazionale, Peter Nixon, interpellato dai media, ha detto che ora l’azienda si attiverà per impedire lo sfruttamento minorile nel raccolto del tabacco kazako (Fonte: protonutrizione.blogosfere.it).
Il video di "Hellish Work" (in lingua inglese):

Ciao! Qual è l'ultimo libro che hai letto?

Sarà capitato anche a voi di essere fermati per strada, mentre passeggiate in città, da giovani ragazze e ragazzi che esordiscono con quell'innocua frase (ma che personalmente - e mi rendo conto di essere un caso patologico - già ritengo irritante). 
Ebbene...adesso quei ragazzi girano di casa in casa, di citofono in citofono come i Testimoni di Genoa. Suonano alla vostra porta dicendo che stanno conducendo un sondaggio sui libri..se gli dai corda pensando siano in buona fede, cominciano a chiedere quanti libri leggete e se vi interessa un allettante sconto  che arriva fino al 50%. Questi individui oggi hanno convinto mia mamma che, sapendo che leggo molto, si è lasciata tentare proprio dalla parola "sconto". 
I ragazzi lavorano per conto di Mondolibri, nome molto noto proprio per i modi di acchiappo clienti e per le numerosissime lamentele presenti sul web: cattive opinioni, esperienze e racconti sulle dantesche avventure per disdire dal contratto.
Bene, arriviamo al dunque. I ragazzi, dopo che hanno tentato di intortarmi con la favola della semplicità, facilità e soprattutto sulla convenienza di avere una tessera EuroClub, si sono sentiti rispondere dalla sottoscritta che non mi piace l'idea di essere "schedata" dalle imprese (soprattutto quelle di dubbia provenienza!); loro, di rimando, mi hanno rassicurata sul fatto che i miei dati sono al sicuro (hanno scoperto l'acqua calda...oggi anche i bambini sanno che esiste la clausola del trattamento dei dati personali). Hanno tentato ancora qualche mossa puntando sul "ma tanto hai detto che i libri li compri, ne devi comprare 10 e poi sei libera...hai anche lo sconto del 50%!". Ho assunto un'espressione pensosa e ho risposto "No grazie, non voglio la (vostra fottuta) tessera". Delusi se ne sono andati. A parer mio se proprio vogliono fare affari per lo meno devono mandare persone educate (eh sì..appena provi a fargli capire che sai bene che è una fregatura alzano la voce!) e preparate, che sappiano esprimersi chiarendo quali sono i punti dei contratto.
Vorrei quindi sottolineare delle cose, suggerite dal mio modestissimo modo di pensare:
1) una volta firmato il contratto e fatta la tessera, l'azienda conosce il nome e cognome del contraente e lo collega facilmente a tutti i suoi acquisti: saprà quindi gli autori e gli argomenti che gli interessano e potrà, di conseguenza, associarlo a una determinata categoria di persone;
2) datemi della complottista ma viene facile pensare che i dati in possesso di queste aziende non saranno utilizzati ai semplici fini di pubblicità e marketing. Guarda caso i giovani che hanno suonato alla mia porta hanno chiesto a mia mamma se guardasse rai o mediaset (una domanda innocente per le persone "normali" ma per una come me che NON guarda la tv.....non è una domanda proprio limpida);
3) i link che trovate rimandano a opinioni e racconti di persone che si dicono "truffate" da Mondolibri, li ho trovati cercando informazioni una volta che i due promoter hanno lasciato casa mia (avevo un vago ricordo di qualcuno che me ne aveva parlato male...e infatti...);
4) lascio infine qualche piccolo consiglio: 
- L'invito, esteso alla generalità dei casi, è di non firmare MAI un contratto senza prima averlo letto tutto. Tenete conto che questi "adescatori" cercano spesso i momenti in cui una persona è di fretta, o presa alla sprovvista, e che quindi firma affidandosi alla buona fede. Senza contare che queste persone puntano tantissimo sull'ignoranza della gente....Leggere sempre! 
- Se non si è sicuri prendere tempo..e se vi mettono pressione è evidente che hanno tutto l'interesse a non darvi il modo di informarvi....quindi prendetelo come sintomo di malafede e salutate!
- Non fatevi ingannare da chi vi promette sconti e grandi affari senza, apparentemente, nulla in cambio: la finalità di un'impresa è quella di fare profitti! Nessuno regala niente per niente!

Giada Iovino

mercoledì 2 febbraio 2011

Anno 1983.


Intervista di Enzo Biagi a Donatella Colasanti, tratta dalla trasmissione "Film story - Stupro" del 1983.
Per chi non si ricordasse di lei, Donatella, è una delle vittime del celeberrimo massacro del Circeo del 1975. E' sopravvissuta, al contrario della sua amica Rosaria, a ore e ore di sevizie e violenze.
Nell'1983, anno di questa intervista, i responsabili erano già stati definitivamente condannati (Izzo all'ergastolo, Guido a 30 anni di reclusione e Ghira all'ergastolo in contumacia perchè latitante).
Mi ci sono imbattuta per caso, cercando informazioni sull'impatto di questo fatto nella stampa per la mia tesi di laurea.
Credo sia curioso che Donatella, nel 1983, dopo essere stata protagonista di uno dei primi processi che ebbero così forte impatto mediatico (anche perchè si svolse negli anni di fermenti femministi), parli e denunci una strumentalizzazione del processo da parte della stampa, parli di igniranza.
E altrettanto curioso sentire Enzo Biagi, giornalista, che cerca di contraddire la ragazza (poco conoscevo Biagi, dopo averlo sentito in questo video posso affermare che non mi piace!!) oltretutto con pochissimo tatto.
Donatella dice "La cosa che mi ha dato molto più fastidio è stata tutta la strumentalizzazione che c'è stata dopo...fatta da un po' da tutti...dalla stampa..quello che si notava era la curiosità morbosa della gente, che non è che guardava molto a quello che era avvenuto...per me dovevano intervenire tutti e non solo le donne" e ancora "Non trovavo giusto che in aula ci fossero solo donne e che se intervenivano uomini li cacciavano..perchè era un caso che riguardava tutti..non era solo un caso di stupro, era ben altro.."

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martedì 1 febbraio 2011

Visita al museo della scienza e della tecnica

Durante le vacanze di natale sono finalmente riuscita ad andare al Museo della scienza e della tecnica di Milano. A suo tempo non sono stata tra quegli alunni fortunati accompagnati dalle maestre quindi ho pensato fosse giusto rimediare. Già una nota dolente..non essendo più bambina non ho potuto divertirmi nei laboratori che sono, senza dubbio, l'attrazione più interessante del museo.
Il costo dell'ingresso è di 10€ per coloro che hanno superato i 25 anni, altro svantaggio dell'essere adulto..sta di fatto che 10 euri non corrisponde proprio ad una cifra irrilevante..certo per la cultura, per un museo li spendo anche, però....
Il museo è enorme e in un pomeriggio non sono riuscita a girarlo bene tutto; nonostante questo penso che valga la pena riportare le mie impressioni soprattutto perchè alcune cose riguardano proprio gli argomenti trattati su questo blog.
La visita è cominciata bene, la sezione dedicata alle macchine di Leonardo è splendida..peccato solo che le riproduzioni non sono funzionanti (e non è una vera e propria lamentela considerando il fatto che io avrei voluto il Maestro in carne ed ossa al mio fianco mentre mi illustrava le sue creazioni!)..Entrata in una delle sale dedicata alle comunicazioni mi sono ritrovata davanti una piccola area delimitata in cui era collocato un secchio..che si trovava lì per raccogliere dell'acqua causata da un'infiltrazione...Bene! Vedo che i miei 10€ per l'ingresso serviranno a qualcosa di utile! Chissà a che cosa sono serviti i 10 euro dei passati visitatori..
Ancora qualche congegno dimostrativo non funzionante..pochi eh, ma questi dovevano funzionare davvero!
Per arrivare alla cosa che più mi ha lasciata perplessa..il museo ospita anche una sezione dedicata all'energia..io, piccola ingenua, sono corsa a cercare dimostrazioni e spiegazioni di fonti energetiche rinnovabili, una spinta data dal fatto che siamo nel XXI secolo ed in particolare in un momento in cui l'argomento si sta facendo strada....ebbene...soltanto un paio di pannelli solari a fare le veci per le fonti energetiche alternative. In compenso largo spazio è dato al nostro amato petrolio...certo è importante spiegare che cos'è, da dove arriva e tutto il resto...ma se lo spazio espositivo è stato gentilmente offerto dalla multinazionale TOTAL mi sento un pochino presa per i fondelli! Una delle più importanti imprese che estrae, raffina e distribuisce petrolio non credo abbia molti interessi a farmi capire che il petrolio fa più danni che bene! E' vero...io passo le giornate a cercare informazioni sulle multinazionali cattive e il resto del tempo a cercare di diffondere il verbo e boicottare..però non venitemi a raccontare storie...Ok il museo è della scienza e della tecnica, il petrolio è (stato?) importante risorsa..però almeno è gusto offrire lo stesso spazio alle altre energie!
Altra sezione che mi ha delusa è stata quella del ciclo della vita dei prodotti...anche in questo caso illusa, credevo fosse stato dato ampio spazio alla questione..ma salvo l'area in cui è proiettato il documentario "Riciclando si impara. Dal rifiuto al prodotto" di Conai, non ho trovato questa grande informazione sulla questione rifiuti, imballaggi, reciclo, etc... Mi immagino un bambino davanti all'enorme plastico dell'inceneritore immerso nel verde (=pulito?) manco si trovasse ad una puntata di porta a porta...che idea può farsi? Spero almeno che nei laboratori stuzzichino le giovini menti con idee interessanti...anche perchè altrimenti non ha senso usare per i gadget e quant'altro viene venduto nell'area shop, i deliziosi sacchetti ricavati da tetra-pak riciclato!
Bè comunque, il sabato pomeriggio meglio portare i bimbi e le nostre menti in un posto come questo invece che al centro commerciale!