La giustizia ha un significato di per sé banale. Se dovessi spiegare ad un bambino che cos'è gli direi che è quel meccanismo per cui se un suo compagno di giochi non rispetta le regole decise per poter -appunto- giocare, allora dovrà scontare una penitenza. Per un bambino sarebbe subito chiaro: ci sono le regole del gioco e le regole per la punizione. Tanto basta.
Ma io sto parlando a voi, che suppongo siate in gran parte adulti. E allora basterebbe la definizione di un qualsiasi dizionario; avete tutti gli strumenti per poter capirne il significato. Se ci foste solo voi e il dizionario l'equazione sarebbe: regola giuridica-violazione-processo-punizione. La questione sarebbe chiusa. Fine del post e arrivederci alla prossima. Purtroppo, oggi più che mai, bisogna prendere considerazione un altro elemento determinante per la vostra comprensione della nozione di giustizia: sto parlando dei mezzi di comunicazione. Grazie ad essi tutti la vogliono, tutti la invocano e la pretendono. Ma quel che pochi comprendono è che l'intervento dei giornalisti sconvolge totalmente l'equazione sopra illustrata perchè insinuano quotidianamente un dubbio, in ciascuna delle coscienze, circa il funzionamento della giustizia stessa: i delinquenti non hanno quel che meritano, i magistrati non sanno fare il loro mestiere. Tutti finiscono con il mettere in dubbio il sistema delle punizioni (perchè è questo in sostanza che si associa a “giustizia”) senza però discutere quanto viene descritto da giornalisti, che sempre più si stanno trasformando in autori di romanzi del genere thriller-psicologico, tanto di moda oggi. Tutti vogliono sapere, meglio se vedere, le curiosità macabre, assaporare il brivido del mistero con interesse morboso. Null'altro. Poco importa della scarsa, scarsissima, conoscenza di nozioni minime di diritto penale e diritto processuale penale dei giornalisti. Arrivati a questo punto sono i reporter che dovrebbero sedere in Tribunale in qualità di organi giudicanti; il quadro che ne risulterebbe sarebbe, a grandi linee, questo: condanne senza processi (con “galera” preventiva) o condanne basate sul parere esperto del vicino di casa della persona in questione (che se afferma che è colpevole, in quanto munito di barba lunga e accento particolare allora bisogna senz'altro crederci), detenuti negli istituti penitenziari senza possibilità di seguire un percorso per il reinserimento nella società, pena di morte e tortura (non essendo più sufficiente quella mediatica). Senza contare ai fenomeni di giustizia-fai-da-te che a mio avviso a breve esploderanno e difficilmente saranno controllabili...ammesso che chi “sta sopra” voglia frenare queste guerre civili.
La situazione è questa e siamo arrivati al punto che personaggi avariati del mondo dei giornali patinati, fieri della loro posizione di “direttore”, discutano sulla decisione di un magistrato del tribunale di sorveglianza riguardo alla concessione, nei confronti di un detenuto, di una misura alternativa alla detenzione; il problema non è discutere sull'opportunità della scelta piuttosto mettere in discussione il lavoro di una persona competente e qualificata. Io con questo giudice ci ho parlato e scherzando mi ha detto: «Un magistrato piuttosto importante ha raccolto tutte le querele che ha attivato contro giornalisti che l'hanno insultato pubblicamente in una cartella sulla quale ha scritto “per il futuro”».
Letture consigliate:
Dei delitti e delle pene Cesare Beccaria.
Un qualsiasi bigino di Diritto penale e uno di Diritto processuale penale.
Letture sconsigliate:
Quotidiani di attualità.
di Iovino Giada
Sono assolutamente d'accordo con quello che scrivi...è una cosa che meriterebbe di essere letta da tutti...
RispondiEliminaoggi, i giocatori disonesti, accusano l'arbitro di essere corrotto, di parte e aizzano lo stadio contro "l'ingiustizia" (la loro ingiustizia, non quella assoluta)in modo da giustificare i falli e gli imbrogli, per continuare a essere corrotti e avere l'appoggio dei tifosi, per poter fare quello che vogliono. Tutto questo sarebbe facilmente evitabile solo se i tifosi fossero meno ignoranti...
ciao e complimenti sinceri