venerdì 19 marzo 2010

Mente Coerente #1


"...La poveretta faceva pena, nella sua stanza si respirava quell'odore acre di sudore rappreso e piedi sporchi, mescolato alla polvere di certe poltrone che erano l'unico arredamento della casa. Allo stato asmatico si aggiungeva un lieve scompenso cardiaco. Questo è uno di quei pochi casi in cui il medico , cosciente della propria assoluta impotenza di fronte alla situazione, sente il desiderio di un cambiamento radicale, qualcosa che sopprima l'ingiustizia che ha imposto alla povera vecchia di fare la serva fino al mese prima per guadagnarsi da vivere, affannandosi e soffrendo, ma tenendo fronte alla vita con fierezza. Il problema è che l'adattarsi della situazione fa sì che nelle famiglie povere il soggetto inabile a guadagnarsi il sostentamento si veda circondato da un'atmosfera di acredine a malapena dissumulata; da quel momento si cessa di essere padre, madre o fratello per trasformarsi in un fattore negativo nella lotta per la vita e, come tale, bersaglio del rancore della comunità sana che finisce col considerare la sua infermità come un insulto personale verso coloro che devono mantenerlo. Lì, in quegli ultimi istanti per gente il cui orizzonte più lontano è sempre arrivare a domani, è dove si coglie la profonda tragedia che condensa la vita del proletariato di tutto il mondo; c'è in quegli occhi moribondi una sommessa richiesta di perdono e anche, molte volte, una disperata richiesta di consolazione che si perde nel vuoto, come presto si perderà il corpo nell'immensità del mistero che ci circonda. Fino a quando continuerà questo ordine delle cose basato su un'assurda suddivisione in caste, è qualcosa che non sta a me rispondere, però è ora che i governanti dedichino meno tempo alla propaganda delle qualità del loro regime e più denaro, moltissimo denaro in più, per la realizzazione di opere di utilità sociale. Non posso fare molto per la malata: le prescrivo semplicemente una dieta appropriata, un diuretico e delle soluzioni antiasmatiche. Mi sono rimaste alcune pastiglie di drammina e gliele regalo. Quando esco, mi seguono le parole affettuose della vecchia e gli sguardi indifferenti dei famigliari."


[Latinoamericana. E.Guevara marzo 1952]