lunedì 3 gennaio 2011

Consumo critico #8: Monsanto e Henkel (aggiornati al 2009)

MONSANTO
INDIRIZZO PRINCIPALE: Monsanto Company, 800 Lindebergh Boulevard, Saint Louis Missouri, USA.
www.monsanto.com
IN ITALIA: Monsanto Agricoltura Italia S.p.A., Via Spadolini 5, Palazzo A, 20141 Milano.
www.monsanto.it
E' una multinazionale statunitense che è leader nel settore dell'agricoltura e delle agrobiotecnologie. E' presente in oltre 60 Paesi con 13.400 dipendenti. Ha un fatturato che supera i 5,4 miliardi di dollari, investendo in ricerca per oltre 500 milioni di dollari, di cui l'80% nelle biotecnologie e nella genomica (Fonte: monsanto.it).
La Monsanto e la Cargill detengono tra il 40 e il 50% del commercio mondiale del cibo (Fonte: Repubblica articolo del 6/6/2008 di V. Shiva).
Per la Monsanto, l'iltimo trimestre 2008 è stato molto positivo con profitti netti per 556 milioni di dollari, circa 117% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (256 milioni). A trascinare verso l'alto i risultati sono state soprattutto le vendite in America Latina dove un numero crescente di operatori agroindustriali si rivolge a Monsanto per l'acquisto di semi geneticamente modificati, ovvero sterili e protetti da copyright (Fonte: Valori n.66, febbraio 2009).
Il colosso dell'agrobiotecnologia produce e distribuisce Polisac che è il nome commerciale di un ormone della crescita, il quale avrebbe lo scopo di aumentare la produzione di latte bovino ma causa invece un'infezione alle mammelle delle mucche (mastite) che causa sofferenza all'animale e danneggia la salute umana per la presenza di pus nel latte.
Per quanto riguarda gli OGM, Monsanto produce un tipo di sementi dette non a caso "terminator", che sono sterili, impedendo così agli agricoltori di salvare e riseminare i semi raccolti. Inoltre queste coltivazioni tendono a "colonizzare" quelle vicine, trasmettendo le proprie caratteristiche alle sementi naturali, come emerge da prove sperimentali in serre statunitensi.
Come denuncia la ricercatrice e ambientalista indiana Valdana Shiva, è chiaramente a rischio la biodiversità e la sovranità alimentare, visto che tali sementi sono brevettate da Monsanto e quindi obbligano alla dipendenza quei contadini che le utilizzano, non consapevoli della loro natura "suicida". Inoltre i contadini si trovano ad indebitarsi per poter comprare ogni anno nuove sementi, non avendo più quelle naturali.
La logica dei brevetti permette poi di ottenere il monopolio sull'uso commerciale di informazioni che da secoli sono rimaste patrimonio della sapienza popolare e che vengano solo in parte peraltro senza dar luogo ad un'effettiva innovazione, uno dei requisiti della brevettabilità (Fonte: The Corporation, documentario).
Una nuova ricerca, condotta su cavie da laboratorio nutrite con mais geneticamente modificato prodotto da Monsanto, mostra segni di tossicità per reni e fegato. Greenpeace chiede il totale ed immediato ritiro dal mercato del mais Monsanto MON863 e chiede ai governi nazionali di dare il via ad una nuova valutazione di tutte le altre autorizzazioni concesse a prodotti OGM, oltre una precisa revisione dei correnti metodi analitici. Da tempo Greenpeace sostiene che il mais OGM della Monsanto MON863 non è un prodotto sicuro. L'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha ammesso pubblicamente che è necessaria una maggiore ricerca sul mais OGM MON863 (Fonte: comunicato Greenpeace del 13 marzo 2007).
Oltre 400.000 bambini sono impiegati come forza lavoro nelle fabbriche indiane: lavorano fino a 12 ore al giorno, con un compenso che non supera i 54 centesimi di euro. Secondo il rapporto (testo integrale su www.business-humanrights.org) tra i principali responsabili di questa situazione vi sono le multinazionali Monsanto e Bayer (Fonte: Valori n. 55, dicembre 2007).
Il colosso della biogenetica ha portato in Tribunale moltissimi contadini, denunciandoli per aver usato semi transgenici di proprietà della Monsanto senza averli acquistati. La multinazionale nord-americana possiede molte coltivazioni OGM in Canada e si è scoperto, da queste cause contro i contadini, che la multinazionale contaminava anche le terre dei vicini contadini perchè a causa di vento, animali, oppure delle ruote dei camion, i semi delle coltivazioni Monsanto si disperdevano anche nei campi adiacenti. La multinazionale, facendosi forte della legge canadese che dice che una pianta di una specie brevettata, ovunque nasca, appartiene all'impresa che detiene il brevetto, ha potuto far causa ai piccoli contadini, riuscendo a sottrarre loro interi raccolti. Solo recentemente un piccolo contadino canadese, Percy Schmeiser, ha ottenuto un risarcimento delle spese sostenute per bonificare i suoi raccolti dagli OGM della Monsanto che hanno invaso il suo terreno grazie ad un accordo extra-giudiziale (Fonte: Valori n. 69, maggio 2009, pag. 22).
Ulteriori informazioni presenti nell'edizione 2003 della guida:
La Monsanto, specialista in erbicidi e defolianti, nel 1960 ha prodotto il famigerato "agente arancio", uno dei più temibili defolianti usati anche durante la guerra in Vietnam*. Attualmente la Monsanto produce l'erbicida Roundup**. E' stata al centro di vari processi per violazioni che vanno dalla contaminazione ambientale, alla pubblicità ingannevole, alla violazione delle norme sulla sicurezza. Nel 1995 la Monsanto ha danneggiato l'ambiente scaricando 1800 tonnellate di sostanze inquinanti dell'aria, nei fiumi, nei suoli. Monsanto produce anche l'ormone BCH per la crescita forzata dei bovini da macello ritenuto da molti scienziati cancerogeno. Monsanto, inoltre, da qualche anno si dedica alla manipolazione genetica, brevettando, insieme all'Astra-Zeneca, sementi che si possono usare per un solo raccolto, innestando la cosiddetta "tecnologia della morte" che priva le comunità agricole della loro secolare conoscenza di salvaguardia dei semi. Risultato di questa operazione è favorire un regime di monopolio sulle sementi che nutrono il mondo, e di renderne uniche beneficiarie le multinazionali del settore (Fonti: The Ecologist febbraio 1999, homepage di Boycott! e homepage di Manitese).
Inoltre nel marzo del 2001 è stato scoperto nel porto di Genova che una parte dei 3000 quintali di soia e mais importati da Monsanto per la vendita nel nostro paese, erano geneticamente modificati, fatto molto grave dato il divieto in Italia di commercializzazione e produrre OGM (fonte: OGM aprile 2001).
* Se non siete facilmente impressionabili, qui potete trovare delle foto che illustrano gli effetti che l'agente arancio ha avuto sulla popolazione vietnamita, in particolare sui bambini.
**Ultime notizie riguardanti il Roundup: nel 1996 la Monsanto ha introdotto, nel mercato statunitense, delle sementi OGM di soia e cotone, rivoluzionarie perchè capaci di resistere al erbicida Roudup: diserbante in grado di distruggere ogni organismo vegetale senza intaccare le piante originate dalle sementi OGM della Monsanto. I coltivatori hanno cominciato a farne largo uso attratti dalla facilità di gestione dei campi, che restavano perfettamente puliti senza alcuno sforzo. Oggi, passati circa quindici anni, una decina di erbe infestanti sono diventate resistenti al diserbante; una in particolare l'Amaranthus palmeri, detto volgarmente l’erba dei maiali, ha reagito con un comportamento biologicamente paradossale: la pianta infestante cresce ad un ritmo di 5 cm al giorno raggiungendo oltre i due metri di altezza, producendo rami che danneggiano le lame delle mietitrebbie (Fonte: AgoraVox, l'articolo qui). A seguito di questo disastro la Monsanto ha pagato, e sta pagando, i contadini perchè usino più diserbanti, anche quelli delle imprese concorrenti (Fonte: Slow-food, articolo qui).

HENKEL
INDIRIZZO PRINCIPALE: Henkel KgaA, Henkelstrasse 67, 40191 Dusseldorf, Germania.
www.henkel.com
IN ITALIA: Henkel Italia S.p.A., Via Amoretti, 20157 Milano.
www.casahenkel.it
Multinazionale chimica di origine tedesca, che fattura circa 13 miliardi di euro e impiega 53.000 persone. Il gruppo produce e commercializza prodotti adesivi (43%), prodotti per l'igiene della casa (31%) e prodotti per l'igiene della persona (26%), con stabilimenti di produzione in 52 Paesi nel mondo. Ha fatto spese pubblicitarie per ben 777 milioni di dollari nel solo 2006.
Un rapporto del 2004 dell'Environmental Agency del Regno Unito (massima autorità ambientale del Regno Unito) rimarcava che il gruppo Henkel era al 3° posto nella classifica delle aziende che hanno ricevuto multe per inquinamento ambientale.
Henkel ammette di usare ingredienti OGM nei suoi prodotti, ad esempio alcuni enzimi utilizzati in detergenti e prodotti per la casa. Inoltre usa alcuni ingredienti che, nonostante siano permessi dalla legislazione statunitense, sono riconosciuti come tossici da vari organismi sanitari e vietati in altri Paesi.
Nell'aprile 2007 in Italia ha ricevuto un'ammenda di 21.100 euro dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pubblicità ingannevole contenuta negli spot del prodotto Pril (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
Nel febbraio del 2008 l'Antitrust tedesco ha inflitto a tre aziende (Henkel, Unilever e Sara Lee) un'ammenda complessiva di 37 milioni di euro a causa di comportamenti collusivi, organizzati per tenere alti i prezzi danneggiando i consumatori.
Ulteriori informazioni presenti nell'edizione 2003 della guida:
Nell'aprile 1996, Greenpeace ha indicato in Henkel Hakusui, filiale giapponese, uno dei maggiori produttori mondiali di ftalati, sostanze dannose per la salute utilizzate per ammorbidire la plastica dei giocattoli e come ingredienti delle pellicole per alimenti (Fonte: Ethical Consumer 57/99). Compare tra le imprese che sono solite sperimentare su animali i loro prodotti (Fonte Compassionate Shopping Guide ed. 2000). In Italia è presente attraverso numerosi marchi di prodotti di largo consumo.

Tratto da:
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. La Tortuga, 2003.

Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti Monsanto, Henkel e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

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