domenica 23 ottobre 2011

La giustizia come la volete


Parliamo di un argomento caldo nel nostro Paese, parliamo di come non si ha mai giustizia.
Ma questa volta non farò un discorso complicato che comprende noiose nozioni di diritto, oggi mi metto nei panni dell'italiano medio che non conosce il funzionamento del sistema giudiziario e si affida al racconto romanzato delle notizie dei quotidiani.
Sono una cittadina che pretende giustizia senza mai essermi chiesta cosa significhi e cosa comporta. Sono una di quelle che rimane colpita dall'incredibile aumento dei crimini, senza domandarmi il perchè questi siano solo reati "di sangue".
Alienata da queste informazioni dimentico che il male vero è quello rivolto all'intera collettività, male nei cui confronti dovrei pormi in assetto da combattimento insieme a tutti i miei concittadini. Ma io sto dall'altra parte della barricata e lascio che a combattere siano soltanto i giudici, gli "operatori della giustizia" anche se penso che il loro mestiere non lo sappiano fare poi tanto bene. Poi una volta all'anno giornali e TV mi ricordano che 5, 10, 15, 20 anni fa sono morte delle persone, tolte di mezzo perchè quel lavoro invece lo svolgevano fin troppo bene, e mi trovo d'accordo con tutti nel dire che sono degli eroi. Applaudo l'eroismo di chi è morto per la collettività: bravo Giovanni! Bravo Paolo! Bravi tutti quelli che non hanno la fortuna di chiamarsi Paolo o Giovanni e per cui non possiamo ricordarci il nome! 
Ma Giovanni e Paolo sono morti e indietro non tornano. E noi invece che imparare la morale di questa favoletta ci giriamo dall'altra parte: ecco come...
Domenico Fiordalisi è procuratore capo presso il Tribunale di Lanusei, in Sardegna. Svolgendo il proprio dovere si è imbattuto nella questione del Poligono interforze del Salto di Quirra (12mila ettari destinati ad uso militare per forze armate italiane e straniere), zona fortemente inquinata principalmente da uranio impoverito e torio. Domenico Fiordalisi ha deciso di combattere contro un male che ha aggredito i cittadini sardi, un male che si è manifestato sotto forma di tumori e malformazioni, fenomeni così particolari da assumere il nome di "Sindrome di Quirra". Il procuratore Fiordalisi vive invece sotto una minaccia anonima che lo obbliga a vivere lontano dalla famiglia e sotto scorta. Quando ha deciso di sottoporre a sequestro l'area interessata ha visto la comunità rivoltarglisi contro perchè il suo senso del dovere si insinua nella macchina dell'economia. Anche una volta disposto il dissequestro per favorire la bonifica del territorio, il divieto d'accesso vige comunque per pastori ed agricoltori e questo ha comportato un inasprimento dei toni dei cittadini affiancati anche dai sindaci.
Se fossi la persona che normalmente scrive su questo blog commenterei l'assurdità e l'incoerenza tra il chiedere e pretendere giustizia e fare parte di un sistema di omertà, codardia e pigrizia. 
Ma stavolta sono una cittadina italiana media, e che in quanto tale di questa incoerenza ne è la più piena espressione, di conseguenza protesto e penso che storie come quella di Domenico Fiordalisi siano solo un bel racconto utopico che parla di giustizia vera ma che arriva da un altro paese....certo...fino a quando il procuratore di Lanusei non sarà chiuso dentro una cassa di legno arricchita con una bella targa che riporterà la scritta EROE.

Giada Iovino

domenica 16 ottobre 2011

Per chi si dimentica da dove viene e il proprio passato..



Come corsari della Bovisa, sopra un treno del venerdì sera
uomini o quasi venuti dalla melma 
per imparare a stare nel catrame..
Qualcuno ha studiato per non prendere botte, 
qualcuno ha comprato cravatta e giornale,
qualcuno ha provato ad indossare una divisa,
ma ha tenuto solo la pistola..
Tre rimbambiti sul ponte del Naviglio
per provare a trovare un riflesso,
che nostalgia dell'acqua del lago
ma mai di quella giù nel bicchiere..
Qualcuno ha sfilato con una bandiera, 
qualcuno ha sfilato solo le sue mutande,
qualcuno ha provato a guidare una pantera, 
ma ha tenuto solo il lampeggiante...
E adesso che conoscono i colori del metrò, 
adesso che sanno dov'è la toilette,
si sentono padroni di quel pezzo di ombra..
tra il marciapiede e il Duomo di Milano..
E forse per loro è una chiesa troppo grande,
e forse per andare dentro ci vuole anche il telepass,
e bisognerà imparare una preghiera complicata 
e bisognerà imparare una preghiera di città..
Per questa bella Madonnina che è stufa di brillare,
troppo lontana e piccola per poter anche ascoltare
tre come loro..
E forse è andata come è andata
o forse come doveva andare
tre uomini, tre cuori, tre paia di balle,
tre destini incrociati all'uncinetto..
Qualcuno era stufo di portare una bandiera ha fatto il professore all'università..
ma una mattina han trovato dei volantini e un mitra nascosto in casa sua..
Quell'altro era un professionista, senza studiare per fare il gigolò,
ma è inciampato nella donna sbagliata e in un sacco di coca nascosto nel cruscotto,
il terzo faceva la guardia del corpo e l'autista per un senatore,
ma in una sera di candele e bottiglie per difendere una puttana ha picchiato un assessore..
E adesso che sanno com'è il carcere, che hanno paura di andare alla toilette,
fanno un brindisi alla buona condotta
tra il marciapiede, e il Duomo di Milano..
Ed è tutta per loro questa chiesa troppo grande..
E forse per andare dentro basta fare 40 passi..
Una preghiera per Bob Marley, per il nonno in paradiso..
Una preghiera a Sant'Ambrogio, una preghiera a San Vittore..
E a questa bella Madonnina che riesce ancora a brillare,
sarà anche piccola ma riesce anche ad ascoltare...
Tre come loro....

40 pass
Davide Van De Sfroos