venerdì 11 novembre 2011

11.11.11

Bene.
E' passato anche l'11.11.11. 
Non sono una maya eppure avevo azzaccato cosa sarebbe successo oggi.
Oggi è successo che le persone si sono messe i piedi in testa a vicenda, i maleducati hanno svolto la propria normale attività maleducata, i disonesti hanno passato la propria giornata a fregare gli altri, gli ignoranti hanno vissuto questo giorno sentendosi migliori degli altri.
Il problema è che questo capita tutti i giorni, fosse stato così solo oggi allora sì che sarebbe stato un giorno memorabile.
Troppo cinica? No, solo realista.



domenica 23 ottobre 2011

La giustizia come la volete


Parliamo di un argomento caldo nel nostro Paese, parliamo di come non si ha mai giustizia.
Ma questa volta non farò un discorso complicato che comprende noiose nozioni di diritto, oggi mi metto nei panni dell'italiano medio che non conosce il funzionamento del sistema giudiziario e si affida al racconto romanzato delle notizie dei quotidiani.
Sono una cittadina che pretende giustizia senza mai essermi chiesta cosa significhi e cosa comporta. Sono una di quelle che rimane colpita dall'incredibile aumento dei crimini, senza domandarmi il perchè questi siano solo reati "di sangue".
Alienata da queste informazioni dimentico che il male vero è quello rivolto all'intera collettività, male nei cui confronti dovrei pormi in assetto da combattimento insieme a tutti i miei concittadini. Ma io sto dall'altra parte della barricata e lascio che a combattere siano soltanto i giudici, gli "operatori della giustizia" anche se penso che il loro mestiere non lo sappiano fare poi tanto bene. Poi una volta all'anno giornali e TV mi ricordano che 5, 10, 15, 20 anni fa sono morte delle persone, tolte di mezzo perchè quel lavoro invece lo svolgevano fin troppo bene, e mi trovo d'accordo con tutti nel dire che sono degli eroi. Applaudo l'eroismo di chi è morto per la collettività: bravo Giovanni! Bravo Paolo! Bravi tutti quelli che non hanno la fortuna di chiamarsi Paolo o Giovanni e per cui non possiamo ricordarci il nome! 
Ma Giovanni e Paolo sono morti e indietro non tornano. E noi invece che imparare la morale di questa favoletta ci giriamo dall'altra parte: ecco come...
Domenico Fiordalisi è procuratore capo presso il Tribunale di Lanusei, in Sardegna. Svolgendo il proprio dovere si è imbattuto nella questione del Poligono interforze del Salto di Quirra (12mila ettari destinati ad uso militare per forze armate italiane e straniere), zona fortemente inquinata principalmente da uranio impoverito e torio. Domenico Fiordalisi ha deciso di combattere contro un male che ha aggredito i cittadini sardi, un male che si è manifestato sotto forma di tumori e malformazioni, fenomeni così particolari da assumere il nome di "Sindrome di Quirra". Il procuratore Fiordalisi vive invece sotto una minaccia anonima che lo obbliga a vivere lontano dalla famiglia e sotto scorta. Quando ha deciso di sottoporre a sequestro l'area interessata ha visto la comunità rivoltarglisi contro perchè il suo senso del dovere si insinua nella macchina dell'economia. Anche una volta disposto il dissequestro per favorire la bonifica del territorio, il divieto d'accesso vige comunque per pastori ed agricoltori e questo ha comportato un inasprimento dei toni dei cittadini affiancati anche dai sindaci.
Se fossi la persona che normalmente scrive su questo blog commenterei l'assurdità e l'incoerenza tra il chiedere e pretendere giustizia e fare parte di un sistema di omertà, codardia e pigrizia. 
Ma stavolta sono una cittadina italiana media, e che in quanto tale di questa incoerenza ne è la più piena espressione, di conseguenza protesto e penso che storie come quella di Domenico Fiordalisi siano solo un bel racconto utopico che parla di giustizia vera ma che arriva da un altro paese....certo...fino a quando il procuratore di Lanusei non sarà chiuso dentro una cassa di legno arricchita con una bella targa che riporterà la scritta EROE.

Giada Iovino

domenica 16 ottobre 2011

Per chi si dimentica da dove viene e il proprio passato..



Come corsari della Bovisa, sopra un treno del venerdì sera
uomini o quasi venuti dalla melma 
per imparare a stare nel catrame..
Qualcuno ha studiato per non prendere botte, 
qualcuno ha comprato cravatta e giornale,
qualcuno ha provato ad indossare una divisa,
ma ha tenuto solo la pistola..
Tre rimbambiti sul ponte del Naviglio
per provare a trovare un riflesso,
che nostalgia dell'acqua del lago
ma mai di quella giù nel bicchiere..
Qualcuno ha sfilato con una bandiera, 
qualcuno ha sfilato solo le sue mutande,
qualcuno ha provato a guidare una pantera, 
ma ha tenuto solo il lampeggiante...
E adesso che conoscono i colori del metrò, 
adesso che sanno dov'è la toilette,
si sentono padroni di quel pezzo di ombra..
tra il marciapiede e il Duomo di Milano..
E forse per loro è una chiesa troppo grande,
e forse per andare dentro ci vuole anche il telepass,
e bisognerà imparare una preghiera complicata 
e bisognerà imparare una preghiera di città..
Per questa bella Madonnina che è stufa di brillare,
troppo lontana e piccola per poter anche ascoltare
tre come loro..
E forse è andata come è andata
o forse come doveva andare
tre uomini, tre cuori, tre paia di balle,
tre destini incrociati all'uncinetto..
Qualcuno era stufo di portare una bandiera ha fatto il professore all'università..
ma una mattina han trovato dei volantini e un mitra nascosto in casa sua..
Quell'altro era un professionista, senza studiare per fare il gigolò,
ma è inciampato nella donna sbagliata e in un sacco di coca nascosto nel cruscotto,
il terzo faceva la guardia del corpo e l'autista per un senatore,
ma in una sera di candele e bottiglie per difendere una puttana ha picchiato un assessore..
E adesso che sanno com'è il carcere, che hanno paura di andare alla toilette,
fanno un brindisi alla buona condotta
tra il marciapiede, e il Duomo di Milano..
Ed è tutta per loro questa chiesa troppo grande..
E forse per andare dentro basta fare 40 passi..
Una preghiera per Bob Marley, per il nonno in paradiso..
Una preghiera a Sant'Ambrogio, una preghiera a San Vittore..
E a questa bella Madonnina che riesce ancora a brillare,
sarà anche piccola ma riesce anche ad ascoltare...
Tre come loro....

40 pass
Davide Van De Sfroos

domenica 18 settembre 2011

"Offerte da Outlet"..la multinazionale furbetta

Vorrei spendere qualche parola sulla promozione "Offerte da outlet" grandi marche promossa in tv e in radio. Sono rimasta colpita innanzitutto dal fatto che gli spot elencassero molti marchi e pensandoci un attimo, mi sono resa conto che appartengono tutti alla multinazionale Procter&Gamble, di cui ho già parlato su questo blog (qui).
Già infastidita da questa cosa sono andata alla ricerca di informazioni sulla promozione. Questa è lanciata dal sito di Desideri Magazine, che io conoscevo solo come giornaletto promozionale infilato nelle cassette della posta delle casalinghe (tra cui mia mamma). In realtà questo magazine è, come sottolineato nella sezione "note legali" del sito internet, di proprieta' della Procter&Gamble Holding che ha fini informativi, di comunicazione e di intrattenimento. Bene bene. Ma chi vogliono fregare? Naturalmente quei consumatori ignari del fatto che i marchi in questione appartengono tutti alla medesima compagnia che, diciamocelo, non brilla proprio per essere un'impresa rispettosa dell'ambiente e dell'uomo -suoi clienti compresi-.
Quel che è pazzesco è che nella pubblicità in radio, non posso esprimermi riguardo a quella passata in tv, una voce femminile tutta contenta fa l'elenco delle cose da acquistare e quando un'altra voce le fa notare che sono prodotti già presenti in casa, questa continua come se niente fosse....il senso di tutto questo è: compra anche se non ne hai realmente bisogno! Compra! Fai una bella scorta di tutti questi prodotti!
Ulteriore aspetto inquietante è il funzionamento della promozione: con una spesa di oltre 30 euro verrà consegnato un carnet da 15 euro di buoni sconto: basterà conservare gli scontrini e inviarli per ricevere a casa gli sconti in questione...ciò significa che per poter aderire alla promozione vanno indicati i propri dati anagrafici. Va bene che è sempre facile pensare male ed essere diffidenti però....una volta che si è a conoscenza delle attività poco ortodosse di Procter&Gamble....
Per chiudere il post vorrei infine ricordare che nel 2010 Procter&Gamble insieme a Unilever ed altre multinazionali, è stata condannata dall'Antitrust per aver fatto "cartello" ovvero per essersi accordate sulla quantità di prodotti da mettere in commercio e sul prezzo di vendita. L'Antitrust arrivò alla condanna, si parla di parecchi milioni, dopo quasi 2 anni di indagini scoprendo un'intesa che durava da almeno 7 anni.

Pensate ancora che le "grandi marche" vogliono fare un favore a voi consumatori?

giovedì 15 settembre 2011

Cose dell'altro mondo...

Io in mezzo ad un sacco di altra gente
come mi piacerebbe che sparissero gli extracomunitari...
..ora che ci penso non mi piacciono nemmeno quelli che magari hanno qualche malattia..
...e pure quelli che hanno fede in religioni strane...
...per non parlare di quelli grassi....
...quelli che hanno fatto almeno uno sbaglio nella vita...
Ecco...perfet......to........


domenica 4 settembre 2011

Gente.....


Gente sono tornata!!!
Nuova regione, novità nella vita e tante tante cose da dire!

sabato 11 giugno 2011

Consumo critico #14: Sara Lee e Bolton

SARA LEE
INDIRIZZO PRINCIPALE: Sara Lee Corporation, 3 First National Plaza, Chigago, Illinois 60602 USA.
IN ITALIA: Sara Lee Household and Body Care Italy S.p.A., Viale Sarca 223, 20126 Milano.

E' una multinazionale di origine statunitense che si trova al 4° posto nel settore alimentare con 12 milioni di dollari di fatturato derivanti da carni, dolciumi, snack, caffè, tè e bevande, prodotti per il corpo e per la casa. Nel 2007 ha scorporato i settori di vestiario e intimo, cedendoli a due società distinte (Hanesbrands, controllata dagli stessi azionisti di Sara Lee, e Sun Capital, che opera in Europa).
Ha 300 stabilimenti produttivi e circa 260 controllate; impiega 54.000 dipendenti. Tra i maggiori azionisti (che sono circa 5.000) troviamo: AXA Financial (7%), Brandes Investiment Partners (6%), Capital Group International (6%).
Nel 2007 ha investito1,3 milioni di dollari in attività di lobby sulle autorità governative USA.
Il gruppo è uno dei quattro maggiori commercianti e trasformatori di caffè al mondo, però è anche tra i massimi responsabili delle pessime condizioni di vita di milioni di contadini del Sud del mondo.
Il documentario Black Gold del 2006 (qui il sito) rivela che (come già detto più sopra) 15 milioni di lavoratori in Etiopia lottano per la sopravvivenza perché guadagnano appena da 20 a 50 centesimi di dollari per chilogrammo di caffè, mentre sul mercato internazionale viene venduto a 2,30 dollari. Le donne prendono 50 centesimi al giorno per il lavoro di selezione manuale di chicchi di caffè.
Nel 2004 l'associazione messicana Sedepac ha denunciato violazioni dei diritti umani nello stabilimento di Sara Lee dello Stato di Coahuila: mansioni ripetitive e condizioni insalubri che causavano danni alla salute delle donne, le quali non potevano eleggere rappresentanti sindacali. Alla fine del 2006 come conclusione del caso, Hanesbrands ha chiuso la fabbrica lasciando 1.400 dipendenti senza lavoro per spostare la produzione in Centro America.
Un rapporto dell'associazione NationalLabor Committee del 2006 ha denunciato l'impiego di 200-300 bambini anche con meno di 11 anni, nello stabilimento Harvest Rich in Bangladesh che produce soprattutto per Sara Lee. I bambini venivano maltrattati e forzati a lavorare fino a 20 ore al giorno, senza giorni di riposo e con salari da fame.
Nel 2006, il NationalLabor Relations Board, autorità statunitense che si occupa delle dispute nei luoghi di lavoro, ha inflitto una condanna per comportamenti antisindacali ai dirigenti di International Baking, una controllata di Sara Lee.
Sempre nel 2006, in un rapporto di Greenpeace, si denuncia Sara Lee per l'utilizzo di sostanze dannose per la salute e l'ecosistema come i muschi e gli ftalati; l'interessata si è rifiutata di fornire la lista completa degli ingredienti utilizzati.
L'associazione britannica ClimateCounts nel giugno del 2007, ha sostenuto che Sara Lee non cataloga i gas serra derivanti dalle sue attività, non adotta politiche di riduzione delle emissioni, non fornisce dati e bilanci ambientali.
Nel 2007 ha fornito prodotti all'esercito USA per 58 milioni di dollari. Addirittura è stata indagata per aver gonfiato, insieme ad altre imprese, i prezzi degli alimenti che sono stati inviati agli eserciti in Iraq e Kuwait, danneggiando il governo statunitense.
Nel 2008 l'Antitrust tedesco ha multato per 37 milioni di euro totali Sara Lee, Unilever e Henkel per aver fatto cartello sui prezzi di detergenti e prodotti per il corpo (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).


BOLTON
INDIRIZZO PRINCIPALE: Bolton Group Stadhouderskade 14 H, 1054 ES Amsterdam, Olanda.
IN ITALIA: Bolton Alimentari S.p.A., Via Giovanni Battista Pirelli 19, 20124 Milano (Bolton Manitoba S.p.A. e altre)

E' un gruppo alimentare europeo che raggruppa varie società delocalizzate anche in Italia.
La multinazionale ha fatto un fatturato di 2 miliardi di euro nel 2006, un terzo del quale solo in Italia. Ha speso 80,5 milioni di euro nel 2006 in pubblicità solo in Italia.
La multinazionale produce e commercializza prodotti alimentari (soprattutto carne e tonno in scatola), per la pulizia della casa e del corpo e altri.
Nel 2007, secondo il sindacato, la Bolton acquistando solamente il marchio Palmera ma non lo stabilimento produttivo, ha messo in pericolo i posti di lavoro dei 240 lavoratori dello stesso.
Una delle società della multinazionale, la Manetti&Roberts, è stata dichiarata colpevole di pubblicità ingannevole dal Giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina nel gennaio del 2008, che le ha intimato la cessazione di un suo messaggio promozionale. La stessa società aveva ricevuto dall'Antitrust, nel 2006, una multa di 31.000 euro per pubblicità ingannevole.
Bolton ha sottoscritto il protocollo per la salvaguardia dei delfini dell'associazione EarthIsland Institute (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).

Tratto da:
Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.

Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti SaraLee, Bolton e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

Consumo critico #13: Parmalat

PARMALAT
INDIRIZZO PRINCIPALE: Parmalat S.p.A., Via Oreste Grassi 26, 43044 Collecchio (PR)

E' una multinazionale italiana del settore alimentare. Nel 2003 ha dichiarato bancarotta a causa di un buco di 14 miliardi di euro (un post dedicato alla recente condanna di Callisto Tanzi qui N.d.R.), e da quel momento è in regime di commissariamento sotto tutela dello Stato Italiano. Il suo capitale è stato quotato in borsa e alcune quote assegnate ai creditori.
Parmalat impiega 14.500 persone in 69 stabilimenti.
Fattura 3,9 miliardi di euro, prevalentemente in Canada, Italia e Australia. In Italia controlla un terzo del mercato del latte, ma in certi Paesi come il Nicaragua e alcuni Paesi africani ha quasi il monopolio. Proprio in Nicaragua, per questa sua posizione, ha causato l'impoverimento di migliaia di piccoli agricoltori attraverso la ricerca esasperata del profitto: fino al 2004 acquistava il latte dalle cooperative locali, ma poi ha minacciato di lasciare la regione se il governo non avesse ratificato l'accordoCAFTA con gli Stati Uniti, che prevede di aprire le frontiere al libero commercio, in modo da poter importare latte in polvere dagli USA che costa la metà di quello locale. Questo causa danno per la popolazione aggravando la situazione del settore agricolo che sostenta il 75% degli abitanti.
Nel 2006 i sindacati del Nicaragua denunciano le continue pratiche antisindacali e i turni di lavoro eccessivi a fronte di salari troppo bassi nell'unico stabilimento Parmalat del Paese: "Qui vivono repressione, violazione, umiliazione e mancanza di rispetto per i lavoratori. Abbiamo presentato un reclamo ad un dirigente italiano dell'impresa chiedendogli di rispettare le leggi locali e i lavoratori, come viene fatto in Italia e la sua risposta è stata che qui non siamo in Italia, siamo in Nicaragua. Vogliamo che in Italia e nel mondo si sappia come stanno veramente le cose" ha dichiarato il segretario generale del sindacato UALTPN in un'intervista del settembre 2006 (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
(Fonte: edizione del 2003) In Ecuador, nel gennaio del 2000, gli stabilimenti Parmalat sono stati chiusi dal governo locale che ha definito "speculativo" il comportamento della multinazionale: il paese viveva una disastrosa sitazione economica e Parmalat alzava quotidianamente i prezzi (Fonte: El Universo, periodico ecuadoriano, 19 gennaio 2000).
In Venezuela, insieme a Nestlé si "accaparra" tutto il latte, lasciando a secco le aziende statali e le cooperative.
Nel 2008 è stata sotto inchiesta in Sudafrica per l'accusa rivolta a un cartello di imprese, tra cui anche Nestlé, mirante a tenere alto il prezzo del latte al dettaglio "Oltraggioso che si facciano profitti sulla vendita di un alimento primario, a cui le famiglie più povere dedicano gran parte dei loro guadagni" sostiene il sindacato africano COSATU.

Tratto da:
Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. La Tortuga, 2003.

Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti Parmalat e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

giovedì 2 giugno 2011

2 giugno 2011

Repubblica: RES PUBLICA  "cosa pubblica", per gli antichi intesa come l'interesse per la collettività.

mercoledì 18 maggio 2011

Torno eh!

Coerente_mente riprenderà le trasmissioni tra qualche giorno, non appena avrò disponibile una rete internet dalla mia nuova residenza.
Mi aspetto di ritrovarvi tutti qui!
A presto!

lunedì 9 maggio 2011

Ciao Peppino


E venne a noi un adolescente
dagli occhi trasparenti
e dalle labbra carnose,
alla nostra giovinezza
consunta nel paese e nei bordelli.
Non disse una sola parola 
nè fece gesto alcuno:
questo suo silenzio
e questa sua immobilità
hanno aperto una ferita mortale
nella nostra consunta giovinezza.
Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni.

Giuseppe Impastato (1948-1978) 

martedì 3 maggio 2011

Consumo critico #12: Kraft (aggiornato al 2009)

KRAFT
INDIRIZZO PRINCIPALE: Kraft Foods Global Inc., 3 Lakes Drive Northfield II, 60026 USA.
IN ITALIA: Kraftfoods Itali, Via Nizzoli 3, 20147 Milano.
Kraft è la terza azienda alimentare a livello mondiale dopo Pepsi e Nestlé. Nel 2007 ha fatto utili per 2,59 miliardi di dollari; nel 2008 oltre 40 miliardi di dollari di fatturato.
E' una multinazionale di orginine statunitense che faceva parte del gruppo Atria, insieme con Philip Morris; nel marzo del 2007 Kraft si è scorporata dal gruppo perchè l'immagine del gruppo Atria aveva una cattiva reputazione a causa della multinazionale del tabacco Philip Morris, anche se i principali azionisti delle due in realtà rimangono gli stessi.
Kfraft ha acquistato nel 2007 la società Saiwa S.p.A. dal gruppo francese Danone.
La multinazionale produce e commercializza principalmente formaggi, snack dolci e salati, biscotti, caffè, salse, dessert e condimenti. Kraft controlla anche un grande mercato di caffè e cacao, come acquirente e trasformatore, rendendosi responsabile delle misere condizioni di vita di tantissimi contadini. In una zona del Brasile del Sud, nello stato di Minas Gerais, sono state riscontrate, da un'indagine dell'associazione SwedWatch (marzo 2005), violazioni dei diritti umani, perchè i lavoratori sono costretti a vivere con salari bassi, senza protezioni civili e con lavori precari; si sono trovati persino casi di lavoro schiavo, chiamato "schiavitù per debito". Inoltre parte del caffè commercializzato proviene da coltivazioni illegali che causano distruzioni delle foreste primarie.
La multinazionale ha licenziato in Colombia, secondo la denuncia del sindacato Sinaltrainal, 45 lavoratori senza giusta causa, che erano stati assunti tramite un'agenzia di lavoro temporaneo, anche per non provvedere alle cure di alcuni di loro che avevano contratto malattie professionali.
Il 31 marzo 2007 la Kraft ha licenziato ben 11.000 lavoratori anche se nel periodo tra il 2002 e il 2006 i guadagni sono sempre stati superiori ai 3 miliardi di dollari all'anno (Fonte: Guida al consumo critico, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI, Bologna, 2008).
La rivista Earth Islanda Journal ha rivelato che la Kraft è nella lista delle imprese compromesse con lo sfruttamento del lavoro minorile nelle piantagioni di cacao in Africa occidentale (Fonte: Valori n. 63, ottobre 2008).

Tratto da:  
- Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. Monti, 2009.
Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti Kraft e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

giovedì 28 aprile 2011

L'evoluzione della pena: parte 2

Dalla pubblica piazza, alle ideologie illuministe, ai plastici di Bruno Vespa. Saggio a puntate
Le ideologie illuministe hanno influenzato le legislazioni successive, almeno quelle sensibili all'argomento.
Il Italia il fine rieducativo della pena venne sostenuto più volte dal Ministro Guardasigilli (chiamato in questo modo il Ministro della Giustizia) Zanardelli nella Relazione del Codice Penale del 1889 (predecessore del Codice Rocco del 1930, attualmente in vigore) "Interessa che la giustizia penale sia più correttiva che coercitiva". Nel Regolamento Generale per gli stabilimenti carcerari del 1891 si sostenne l'azione morale sui condannati e nel Regolamento Generale per gli Istituti di prevenzione e pena del 1931 si parlò di "Rigenerazione del condannato nell'esecuzione delle pene detentive e a questa finalità di emendamento, che è tra le più nobili ispirazioni della coscienza moderna, sono preordinati i capisaldi della riforma". La nostra Costituzione (in vigore dal 1948) abbraccia questa ideologia: al comma 3 dell'art. 27 è stabilito che "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". E così anche l'art. 1 della L. 26 luglio 1975 n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà): "Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona"
Con queste premesse l'Italia si preparava ad essere un paese attento (anche) ai diritti dei detenuti, al rispetto della loro dignità e, soprattutto, coinvolto nell'aspetto rieducativo certamente non trascurabile in un'ottica volta a riconsegnare alla società delle persone che non commettano nuovi reati.
Perchè allora, oggi, l'impressione che si ha è quella di un sistema giudiziario non funzionante ed abbandonato all'incompetenza di magistrati troppo permissivi? Quali fattori sono intervenuti? Cosa  si è intromesso nel progresso nato con l'Illuminismo e che ha portato ad un declino che approda nei talk show?
Non si può pretendere che tutte le persone conoscano il funzionamento dei processi penali, la natura di ogni singolo istituto giuridico, ... al contrario è doveroso esigere che chi offre le informazioni sia competente e preparato perchè si inserisce come tramite tra la macchina della giustizia e l'opinione pubblica.
I mezzi di informazione italiani, con una tendenza che è andata peggiorando negli ultimi 10 anni, offrono notizie gravemente intaccate da incompetenza, ignoranza e opinioni personali di chi le offre. 
E' proprio questo "fattore giornalisti" ad essere intervenuto nell'equazione "macchina della giustizia - opinione pubblica": è evidente che se l'informazione non è corretta la percezione che avrà l'opinione pubblica sarà alterata e del tutto diversa dalla realtà.
Se accanto a mezzi di informazione, poi, si inserisce anche la tortura mediatica dei talk show è palese il ritorno al Medioevo.
Prima di proseguire con qualsiasi analisi è bene, quindi, sfatare qualche mito:
- I problemi del sistema giudiziario non influiscono in alcun modo sulla commissione di reati: le problematiche in cui versa in questo momento la "giustizia" sono assimilabili a quelle che potrebbero riguardare un'impresa, sono di natura "amministrativa"; la tanto criticata lungaggine dei procedimenti, ad esempio, dipende solo ed esclusivamente dalla mancanza di mezzi, di persone (che sappiano fare bene il proprio lavoro), dalla mancanza di organizzazione. La piaga delle raccomandazioni è presente come in qualsiasi altro ambiente nel nostro Paese, ma questo è un problema di tipo culturale e necessita di discorso a parte; però è impensabile credere che un delinquente comune possa trarre beneficio dalla raccomandazione, ad esempio, di un Presidente della Corte di Appello.
- La privazione della libertà antecedente una sentenza definitiva (definitiva significa che non è più possibile proporre impugnazione, in linguaggio giuridico si dirà che è passata in giudicato) di condanna non è praticabile se non in determinati casi: la custodia cautelare opera soltanto in caso di (e per un periodo determinato): 1) pericolo di inquinamento delle prove, 2) pericolo di reiterazione del reato, 3) pericolo di fuga. Non indignatevi, quindi, se i giornalisti annunciano che un omicida, uno stupratore, o uno dei tanti delinquenti "amati" dal pubblico non viene sbattuto o lasciato in "galera" (per la cronaca la parola galera indica una grossa nave a remi mercantile o da guerra diffusa fino al XVII secolo, i galeotti erano i rematori, prigionieri di guerra o malfattori condannati).
- In Italia sono presenti 3 gradi di giudizio: il Tribunale (o Corte di Assise per determinati reati) e la Corte di Appello (o Corte di Assise di Appello per determinati reati) rappresentano i primi due gradi, i giudici valutano il merito, cioè decidono sui fatti e le questioni di diritto. La Corte di Cassazione rappresenta l'ultimo grado nel quale i giudici valutano soltanto le questioni di diritto, si occupano quindi di verificare la corretta applicazione della legge nei precedenti gradi (sono per questo giudici di legittimità). La sentenza del Tribunale può essere impugnata in Appello, così come quest'ultima può essere impugnata in Cassazione. Una volta scaduti i termini per impugnare, come detto più sopra, la sentenza passa in giudicato.
- Visto le confusioni create ultimamente credo vi sia utile sapere che il PM non è un giudice. Nel procedimento penale il PM costituisce la pubblica accusa, esercitando l'azione penale. Svolge le indagini (contro e a favore dell'indagato) con l'aiuto della polizia giudiziaria e del Giudice per le indagini preliminari,  che ammette o rigetta la richiesta di svolgimento di particolari attività.
- La Magistratura di merito non deve essere confusa con la Magistratura di Soerveglianza. La Magistratura di Merito si occupa di tutto ciò che avviene prima di una sentenza (vedi punto 3); la Magistratura di Sorveglianza si occupa della fase di esecuzione della pena.
- Il funzionamento dei processi, i singoli istituti giuridici e i compiti degli addetti ai lavori sono temi molto complessi (un compendio di Diritto Processuale Penale ha in media oltre 1000 pagine, ed è solo la teoria!) ed è impensabile spiegarli in poche righe.
Questa è la semplificazione schematica di un procedimento penale (clicca sull'immagine per ingrandirla), mi sembra evidente la sua complessità:

Giada Iovino
((CONTINUA))

La prima parte qui.

mercoledì 20 aprile 2011

Referendum: siamo tutti legislatori

CHE COS'E' IL REFERENDUM
I cittadini italiani possono esercitare la funzione legislativa non soltanto attraverso i propri rappresentanti in Parlamento ma anche attraverso il referendum che può essere costituzionale (intervenendo nella fase di formazione della legge e in quella costitutiva) o abrogativo (intervenendo nell'abrogazione di una legge o di un atto avente forza di legge. Abrogare significa che la norma perde efficacia, non produce effetti giuridici). Attraverso il referendum si rende operante, più che mai, il principio della sovranità popolare.
IL REFERENDUM ABROGATIVO
Disciplinato dall'art. 75 Cost. e dagli artt. 27 - 40 della legge 25 maggio 1970 n. 352 (sulle modalità di attuazione). Sull'ammissibilità del referendum è chiamata ad esprimersi la Corte Costituzionale.
L'art 75 Cost. prevede: 
- comma 1: è indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedano cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
- comma 3: hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati (quindi la totalità del corpo elettorale).
- comma 4: La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi (è per questo motivo che le coalizioni contrarie sollecitano l'astensione al voto, perchè in questo modo provocherebbero il fallimento della consultazione referendaria). E' bene sottolineare che proprio perchè il risultato del referendum è determinato dal confronto fra chi ha votato a favore e chi ha votato contro, è possibile che una legge, qualora la maggioranza dei votanti si esprimesse astenendosi o invalidando la scheda, sia abrogata da una esigua minoranza di elettori purchè in numero superiore a quello di coloro che hanno espresso un voto negativo (esempio: se il 30% degli elettori votasse a favore dell'abrogazione, il 25% contro e il 45% si astenesse, la legge verrebbe abrogata).
Proprio perchè abrogativo viene chiesto, in maniera apparentemente contorta, ai cittadini, di:
- VOTARE SI': quando sono favorevoli all'abrogazione di una norma o parte di essa, e quindi contrari al suo contenuto.
- VOTARE NO: quando sono contrari all'abrogazione di una norma o parte di essa, e quindi favorevoli al suo contenuto.
IL REFERENDUM ABROGATIVO del 12 e 13 GIUGNO 2011 
[i link che troverete rimandano ai testi completi delle varie leggi o decreti: in genere prima di contestare qualsiasi cosa bisognerebbe essere informati..]
I quesiti saranno 4, il sito del Ministero dell'Interno (consultabile da tutti!!!) elenca:
1) Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica: abrogazioneDichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale n. 24 del 12 gennaio 2011 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale IV serie speciale n. 5 del 28 gennaio 2011).
Abrogazione dell'art. 23 bis del Decreto Legge 25 giugno 2008 n. 112 ("Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria") convertito, con modificazioni, dalla L. 6 agosto 2008 n. 133, come modificato dall'art. 30 comma 26 della L. 23 luglio 2009 n. 99 e dall'art. 15 Decreto Legge 25 settembre 2009 n. 135 convertito, con modificazioni, dalla L. 20 novembre 2009 n. 166 nel testo risultante a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 325 del 2010.  
In parole semplici: siete favorevoli o contrari all'affidamento a privati della gestione della rete idrica?

2) Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'ageduata remunerazione del capitale investito: abrogazione parziale di norma. Dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale n. 26 del 12 gennaio2011 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale I serie speciale n. 5 del 28 gennaio 2011). Abrogazione del comma 1 art. 154 Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 in materia di ("Norme in materia ambientale")
Remunerare il capitale investito permette di distribuire ai soci di un'impresa gli utili ottenuti, come ricompensa per il rischio assunto nell'investimento nell'impresa stessa. Volete o no che la tariffa del servizio idrico comprenda anche questa remunerazione del capitale investito?

3) Nuove centrali per la produzione di energia nucleare: abrogazione parziale di norme. Dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale n. 28 del 12 gennaio 2011 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale I serie speciale n. 5 del 28 gennaio 2011).
Abrogazione parziale di norme del Decreto Legge 25 giugno 2008 n. 112 ("Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, sta stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione fiscale") convertito, con modificazioni, dalla L. 6 agosto 2008 n. 133, della L. 23 luglio 2009 n. 99 ("Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonchè in materia di energia") del Decreto Legislativo 2 luglio 2010 n. 104 ("Attuazione dell'art. 44 della L. 18 giugno 2009 n. 69 recante delega al Governo per il riordino del processo amministrativo") e del Decreto Legislativo 15 febbraio 2010 n. 31 ("Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonchè misure comprensive e campagna informative al pubblico a norma dell'art. 25 L. 23 luglio 2009 n. 99").
Siete favorevoli o contrari alla produzione di energia elettrica attraverso centrali nucleari insidiate nel territorio italiano?

4) Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale. Dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale n. 29 del 12 gennaio 2011 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale I serie speciale n. 5 del 28 gennaio 2011).
Vista l'ordinanza dell'Ufficio Centrale per il referendum presso la Corte Suprema di Cassazione del l° febbraio 2011 [...] è stato ritenuto che il predetto referendum, a seguito della sopravvenuta sentenza della Corte costituzionale n. 23 del 13-25 gennaio 2011, pur a fronte della caducazione parziale per dichiarata illegittimità costituzionale di alcune norme e degli interventi additivi e interpretativi su altre norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, debba essere comunque effettuato sulla normativa risultante e che il relativo quesito referendario debba solo essere riformulato [...].
Siete favorevoli o contrari alla legge che permette la giustificata assenza del Presidente del Consiglio dei Ministri o dei Ministri durante un procedimento penale a loro carico, e che determina il rinvio dell'udienza?

Spero che questo post abbia aiutato a chiarire i punti trattati nei quesiti del prossimo referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011. Vorrei sottolineare, nel caso non sia risultato evidente, che la mia intenzione non è quella di invitarvi a votare in un modo o in un altro, ma di illustrare i contenuti del referendum in modo che nessuno arrivi impreparato. Inutile lasciarsi trascinare dalla corrente, è bene prendersi un momento di tempo per comprendere il significato dei testi normativi di cui si chiede l'abrogazione (totale o parziale che sia), ognuno di noi poi valuterà secondo propria coscienza la scelta da prendere.

Giada Iovino


E' stata apportata una modifica ad una normativa del 1969 che prevedeva uno sconto del biglietto di andata e ritorno in treno per gli elettori che intendevano tornare presso il proprio comune di residenza per la consultazione referendaria: attraverso un decreto legge proposto dal sottosegretario del Ministero Davico, è previsto un rimborso anche per gli elettori che intendono spostarsi usando l'aereo (qui la comunicazione).

[Ringrazio il supporto fornitomi dal testo di Diritto Costituzionale di T.Martines]

lunedì 18 aprile 2011

Comunicazione di servizio #2 Aggiornamenti Consumo critico

Finalmente oggi, dopo lunga attesa, è arrivata la Miniguida al consumo critico e al boicottaggio* aggiornata al 2009 (l'ultima edizione pubblicata)!
I nuovi post con etichetta "consumo critico" verranno pubblicati sulla base della guida 2009. 
I post più vecchi aggiornati!
Buon boicottaggio!

I prodotti delle multinazionali (aggiornato al 2009).
Danone e Nestlé (aggiornati al 2009).
Unilever e Procter&Gamble (aggiornati al 2009).
Bayer e Novartis (Novartis aggiornata al 2009).
Johnson&Johnson e L'Oréal (aggiornati al 2009).
Eni e ExxonMobil (Esso) (aggiornati al 2009). 
Monsanto e Henkel (aggiornati al 2009). 
Altria Group già Philip Morris (aggiornato al 2009). 
Chiquita e Dole (aggiornati al 2009). 

*Miniguida al consumo critico e al boicottaggio
Movimento gocce di giustizia
www.goccedigiustizia.it 
Ed. Monti

Sportello elettronico del Consumo Critico (informazioni per una spesa giusta, critica ed etica):

giovedì 14 aprile 2011

L'evoluzione della pena: parte 1

Dalla pubblica piazza, alle ideologie illuministe, ai plastici di Bruno Vespa. Saggio a puntate.

Antecedentemente al XVIII secolo, prima delle ideologie illuministe, il sistema delle punizioni viaggiava accompagnato dai concetti di tortura, inquisizione e pena di morte. Sistemi che farebbero spaventare anche i più accaniti forcaioli del nostro secolo.
I romani non introdussero solamente le basi del diritto come lo conosciamo oggi e tutto il sistema processuale, ma cominciarono a porsi il problema sul concetto della pena. Venne data molta importanza ai reati lesivi della collettività, per i quali si era puniti attraverso la pena sacrale (sacer esto) per cui si allontanava il colpevole dalla comunità privandolo dei diritti soggettivi (in altre parole, in esilio). Nel periodo tardo-repubblicano venne introdotta la detenzione come forma di coercizione amministrativa e di preparazione al giudizio. Più tardi venne delineandosi il sistema delle pene: morte, esilio, confisca dei beni, infamia e pena pecuniaria.
Da questo momento in poi vennero compiute le nefandezze peggiori: sono un esempio il senatoconsulto silaniano (tortura e messa a morte di tutti i servi nel caso in cui il padrone muoia di morte violenta), la persecuzione dei cristiani e così via, fino ad arrivare al Medioevo da tutti conosciuto per la "caccia alle streghe". Le foto possono essere più chiare di qualsiasi mia spiegazione:
le pene infamanti (forse non dolorose dal punto di vista fisico, ma comunque lesive della dignità):

e le vere e proprie torture:


La mostra degli strumenti di tortura, della morte è affermazione del potere dello Stato, uno Stato che intende manifestare la propria potenza; è opportuno sottolineare che durante le pubbliche esecuzioni si creavano forti disordini e anche per questo motivo si resero conto che un sistema di questo tipo era disfunzionale.
Ma è solo con l'arrivo delle ideologie illuministe che gli approcci alla questione cominciano a cambiare. Sia chiaro, anche tra gli illuministi c'era chi parlava ancora di pena di morte, come Jean-Jacques Rousseau. Ma attenzione; il contratto sociale di Rousseau parla sì di diritto alla vita e alla morte, quando viene eliminato il colpevole di un reato non viene eliminato un cittadino ma un nemico del patto sociale; ma se sono frequenti le esecuzioni (i supplizi) allora significa che il governo non funziona bene. Il compito del legislatore è allora quello di cambiare la natura umana, per creare una società di uomini senza pulsioni individualistiche. E questo non è lo stesso che dire "hai sbagliato e quindi ti giustiziamo". Ma con Rousseau siamo ancora indietro.
Il grande Cesare Beccaria si pone due principali interrogativi: la crudeltà della pena e le sue modalità applicative. Beccaria ha influito sul diritto di punire, sullo scopo delle pene e sulla proporzione tra delitti e pene. Il diritto di punire si deve limitare alla necessità in un'ottica di funzionalizzazione della pena verso una sua efficacia che impedisca al reo di commettere nuovi delitti e in modo che sia da esempio per gli altri consociati.
Introduce gli importanti concetti di prontezza della pena "Quanto la pena sarà più pronta e vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile. Dico più giusta perchè risparmia al reo gl'inutili e fieri tormenti dell'incertezza, che crescono col vigore dell'immaginazione e col sentimento della propria debolezza; più giusta perchè la privazione della libertà essendo una pena, essa non può precedere la sentenza, se non quando la necessità lo chiede  ... è più utile, perchè quanto è minore la distanza del tempo che passa tra la pena e il misfatto, tanto è più forte e più durevole nell'animo umano l'associazione di queste due idee, delitto e pena ..." e quello di certezza della pena "Uno dei più grandi freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma la infallibilità di esse, e per conseguenza la viglilanza dei magistrati, e quella severità di un giudice inesorabile, che, per essere un'utile virtù, dev'essere accompagnata da una dolce legislazione. La certezza di un castigo, benchè moderato, farà sempre una maggiore impressione, che non il timore di un altro più terribile, unito colla speranza della impunità; perchè i mali anche minimi, quando sono certi, spaventano sempre gli animi umani ..."  (citazioni: "Dei delitti e delle pene"). Questi principi sono importanti in un'ottica di prevenzione speciale che ha i compiti di dissuasione dal commettere nuovi reati e, allo stesso tempo, finalità rieducative (la prevenzione speciale si contrappone alla teoria della funzione retributiva della pena secondo la quale questa ha la finalità di punire il colpevole per il male che ha provocato).
E' bene sottolineare che Beccaria considerava, come delitti più gravi, la violazione del diritto di sicurezza del cittadino e quei comportamenti suscettibili a mettere a repentaglio l'intera società.
Un altro importante personaggio deve essere indicato in questo percorso: Michel Foucault. Foucault ha parlato di funzionalizzazione della pena e sottolinea l'inutilità del supplizio: è violento e genera violenza. Allo splendore dei supplizi  contrappone la pena detentiva: è necessaria la proporzione tra delitto e misura della pena (la sua opera "Sorvegliare e punire: la nascita della prigione").

Per comprendere le scelte contemporanee nel delicato ambito dell'esecuzione della pena è bene tenere a mente l'evoluzione che questa ha avuto: i principi illuministi che tendono all'umanizzazione della pena in considerazione della personalità del singolo condannato segnano un'importante risposta al concetto di pena che tendeva alla neutralizzazione del reo, che giustificava la tortura e la pena di morte.

Giada Iovino
 
((CONTINUA))


martedì 12 aprile 2011

L'inciviltà nel mio paese parte dalle piccole cose.

In una nota libreria di una piccola città entra un ministro (il che è già un fatto inquietante).
Una signora si avvicina alla cassa per pagare. La commessa batte il conto e la donna stupita e stizzita chiede: "Ma non mi ha fatto lo sconto?". La ragazza: "Lei ha la tesserina?" (in questo negozio lo sconto applicato ai possessori della tessera può variare tra il 10 e il 15%).
La signora sparisce, poi torna mentre tiene il ministro, suo marito, per la giacca e tuona: "QUESTO E' IL MIO SCONTO!!"
Per loro una riduzione del 20%.

Tratto da una storia vera.

lunedì 11 aprile 2011

La storiella delle donne sfruttate

Notizia odierna dello scandalo creato dall'ex prefetto di Napoli: "Sesso in cambio di favori".

Chiedere sesso in cambio di soldi o favori è riprovevole, è vero. 

Andare all'appuntamento pensando di avere possibilità di agevolazioni lavorative, invece, cos'è?

giovedì 31 marzo 2011

Laureata, e adesso...si comincia!

 [La corona di alloro era, per gli antichi romani, un ornamento di forma circolare fatto con ramoscelli di lauro (detto anche alloro) che veniva posto sul capo dei poeti e dei generali vittoriosi, e che veniva usato nelle cerimonie religiose.
In latino la corona di alloro era detta laurus o laurĕa, che indicava anche la pianta di lauro e, per estensione, la vittoria. Dalla parola laurĕa deriva il significato moderno di "laurea" (titolo di studio) e il "laureato" (in latino laurĕātus) è appunto colui che porta la corona di alloro, come i dotti e i poeti. Fonte Wikipedia]

Finalmente laureata! Dopo anni di fatica è arrivato anche il mio momento!
Ma al contrario della maggioranza dei neo-laureati la mia intenzione non è quella di scrivere sull'ingiustizia di questo sistema, sul fatto che i neo-laureati si divertono a nominarsi neo-disoccupati e sull'assenza di posti di lavoro. Se posso evitare di piangermi addosso lo faccio volentieri, soprattutto quando sono consapevole che posso contribuire io stessa a creare una situazione non ottimale. 
Così come sono consapevole che in questi anni è vero che le opportunità lavorative spesso si nascondono dietro sfruttamenti, paghe misere e quant'altro ma è altrettanto corretto dire che i giovani non hanno voglia di fare qualche sacrificio. Attenzione io faccio parte di quella piccola schiera di persone che non sopporta i favoritismi e che ama l'onestà; sono figlia di operai senza conoscenze di alcun tipo e che ha più o meno in mente cosa sia un sacrificio (più che altro perchè ho visto quanti ne hanno fatti i miei genitori senza farmi mancare mai niente!).
La mia voce sarà sempre quella fuori dal coro (non è una cosa fatta di proposito)...però devo dirlo! I giovani laureati pretendono di trovare il lavoro ben retribuito che calzi a pennello con ciò che hanno studiato, tralasciando il fatto che in qualsiasi ambito bisogna farsi la soprannominata "gavetta"; quando non riusciranno a trovare un impiego, poi, daranno la colpa al sistema, al fatto che ci sono i raccomandati. 
E allora?
Sì, i raccomandati ci sono ma ricordiamoci che questo sistema abbiamo contribuito noi tutti a crearlo.
Sì, l'esperienza bisogna farsela perchè non ho mai sentito nessuno che è nato "imparato", come direbbe mia nonna.
Sì, il nostro paese è messo piuttosto male ma vale lo stesso discorso dei raccomandati.
E quindi? Questo è un motivo valido per passare la giornata da "neo-disoccupato" a lamentarsi? E' un buon motivo per non accettare un lavoro provvisorio anche se magari  non c'entra nulla con ciò che si ha tanto duramente studiato? Per come la vedo io no. Dal momento in cui sono stata proclamata dottoressa (ok in verità qualche ora dopo..il tempo di capacitarmi) una cosa soltanto è ronzata nella mia testa, e mi è stata  anche detta: ora si comincia a fare sul serio. Basta giocare. Ma non mi sono sentita avvilita. Sono eccitata. Mi sento combattiva e so bene che, cascasse il mondo, farò il lavoro che desidero. E lo so che dovrò combattere, soffrire, fare la gavetta, subire di tutto. Però so anche che in questo modo raggiungerò il mio traguardo, così come lo hanno raggiunto tutti quelli che hanno avuto la forza e la voglia di lottare.
Questa è da considerarsi una dichiarazione di guerra.

Mi sembra doverso dopo aver terminato un percorso così importante, concludere riportando i ringraziamenti della mia tesi di laurea, per esprimere ancora una volta riconoscenza a tutte le persone che se lo meritano:
Vorrei innanzitutto ringraziare coloro che hanno reso materialmente possibile l'esi­stenza di questa tesi. Il Prof. Giuseppe Battarino che, così come durante le lezioni di Diritto penitenziario, non ha svolto semplicemente il proprio lavoro ma mi ha tra­smesso tanta curiosità e passione per questi argomenti. Ringrazio di cuore la Dott.ssa Roberta Cossia, Magistrato del Tribunale di sorveglianza di Milano e il Dott. Paolo Canevelli, Magistrato del Tribu­nale di sorveglianza di Roma, che mi hanno fornito i provvedimenti necessari per la stesura questo elaborato.

Non smetterò mai di ringraziare i miei genitori, che mi hanno permesso di portare avanti il percorso di studi, soprattutto quando il mio status si è trasformato in “stu­dente fuoricorso”, senza mai farmi mancare niente. Ringrazio mio fratello, anche nei momenti in cui siamo stati lontani mi ha sempre dimostrato un grande affetto.
Un grazie enorme va a Michele, questo traguardo l'ho raggiunto con le mie gambe ma senza di lui non avrei avuto muscoli abbastanza forti.
Grazie a tutte le persone che sono state al mio fianco durante il percorso di studi, quelle che sono rimaste e quelle che sono sparite.

E infine un sentito ringraziamento va a tutte le persone che non hanno creduto che potessi laurearmi, a tutti quelli che hanno ritenuto (e riterranno) che la qualifica di “studente fuoricorso” fosse necessariamente sinonimo di incompetenza, ignoranza o poca voglia di imparare. Senza queste persone non saprei apprezzare il duro la­voro che ho fatto sulla tesi e soprattutto su me stessa.
Grazie a queste persone ho capito che:
«In condizione di estremo sforzo, e quindi di estrema concentrazione, l'individuo ha due sole possibilità: crollare, sottraendosi di fatto all'esperienza che sta vivendo, o scoprire dentro di sé un'energia e una consapevolezza di livello superiore»
(Yamao­ka Tesshu)