giovedì 31 marzo 2011

Laureata, e adesso...si comincia!

 [La corona di alloro era, per gli antichi romani, un ornamento di forma circolare fatto con ramoscelli di lauro (detto anche alloro) che veniva posto sul capo dei poeti e dei generali vittoriosi, e che veniva usato nelle cerimonie religiose.
In latino la corona di alloro era detta laurus o laurĕa, che indicava anche la pianta di lauro e, per estensione, la vittoria. Dalla parola laurĕa deriva il significato moderno di "laurea" (titolo di studio) e il "laureato" (in latino laurĕātus) è appunto colui che porta la corona di alloro, come i dotti e i poeti. Fonte Wikipedia]

Finalmente laureata! Dopo anni di fatica è arrivato anche il mio momento!
Ma al contrario della maggioranza dei neo-laureati la mia intenzione non è quella di scrivere sull'ingiustizia di questo sistema, sul fatto che i neo-laureati si divertono a nominarsi neo-disoccupati e sull'assenza di posti di lavoro. Se posso evitare di piangermi addosso lo faccio volentieri, soprattutto quando sono consapevole che posso contribuire io stessa a creare una situazione non ottimale. 
Così come sono consapevole che in questi anni è vero che le opportunità lavorative spesso si nascondono dietro sfruttamenti, paghe misere e quant'altro ma è altrettanto corretto dire che i giovani non hanno voglia di fare qualche sacrificio. Attenzione io faccio parte di quella piccola schiera di persone che non sopporta i favoritismi e che ama l'onestà; sono figlia di operai senza conoscenze di alcun tipo e che ha più o meno in mente cosa sia un sacrificio (più che altro perchè ho visto quanti ne hanno fatti i miei genitori senza farmi mancare mai niente!).
La mia voce sarà sempre quella fuori dal coro (non è una cosa fatta di proposito)...però devo dirlo! I giovani laureati pretendono di trovare il lavoro ben retribuito che calzi a pennello con ciò che hanno studiato, tralasciando il fatto che in qualsiasi ambito bisogna farsi la soprannominata "gavetta"; quando non riusciranno a trovare un impiego, poi, daranno la colpa al sistema, al fatto che ci sono i raccomandati. 
E allora?
Sì, i raccomandati ci sono ma ricordiamoci che questo sistema abbiamo contribuito noi tutti a crearlo.
Sì, l'esperienza bisogna farsela perchè non ho mai sentito nessuno che è nato "imparato", come direbbe mia nonna.
Sì, il nostro paese è messo piuttosto male ma vale lo stesso discorso dei raccomandati.
E quindi? Questo è un motivo valido per passare la giornata da "neo-disoccupato" a lamentarsi? E' un buon motivo per non accettare un lavoro provvisorio anche se magari  non c'entra nulla con ciò che si ha tanto duramente studiato? Per come la vedo io no. Dal momento in cui sono stata proclamata dottoressa (ok in verità qualche ora dopo..il tempo di capacitarmi) una cosa soltanto è ronzata nella mia testa, e mi è stata  anche detta: ora si comincia a fare sul serio. Basta giocare. Ma non mi sono sentita avvilita. Sono eccitata. Mi sento combattiva e so bene che, cascasse il mondo, farò il lavoro che desidero. E lo so che dovrò combattere, soffrire, fare la gavetta, subire di tutto. Però so anche che in questo modo raggiungerò il mio traguardo, così come lo hanno raggiunto tutti quelli che hanno avuto la forza e la voglia di lottare.
Questa è da considerarsi una dichiarazione di guerra.

Mi sembra doverso dopo aver terminato un percorso così importante, concludere riportando i ringraziamenti della mia tesi di laurea, per esprimere ancora una volta riconoscenza a tutte le persone che se lo meritano:
Vorrei innanzitutto ringraziare coloro che hanno reso materialmente possibile l'esi­stenza di questa tesi. Il Prof. Giuseppe Battarino che, così come durante le lezioni di Diritto penitenziario, non ha svolto semplicemente il proprio lavoro ma mi ha tra­smesso tanta curiosità e passione per questi argomenti. Ringrazio di cuore la Dott.ssa Roberta Cossia, Magistrato del Tribunale di sorveglianza di Milano e il Dott. Paolo Canevelli, Magistrato del Tribu­nale di sorveglianza di Roma, che mi hanno fornito i provvedimenti necessari per la stesura questo elaborato.

Non smetterò mai di ringraziare i miei genitori, che mi hanno permesso di portare avanti il percorso di studi, soprattutto quando il mio status si è trasformato in “stu­dente fuoricorso”, senza mai farmi mancare niente. Ringrazio mio fratello, anche nei momenti in cui siamo stati lontani mi ha sempre dimostrato un grande affetto.
Un grazie enorme va a Michele, questo traguardo l'ho raggiunto con le mie gambe ma senza di lui non avrei avuto muscoli abbastanza forti.
Grazie a tutte le persone che sono state al mio fianco durante il percorso di studi, quelle che sono rimaste e quelle che sono sparite.

E infine un sentito ringraziamento va a tutte le persone che non hanno creduto che potessi laurearmi, a tutti quelli che hanno ritenuto (e riterranno) che la qualifica di “studente fuoricorso” fosse necessariamente sinonimo di incompetenza, ignoranza o poca voglia di imparare. Senza queste persone non saprei apprezzare il duro la­voro che ho fatto sulla tesi e soprattutto su me stessa.
Grazie a queste persone ho capito che:
«In condizione di estremo sforzo, e quindi di estrema concentrazione, l'individuo ha due sole possibilità: crollare, sottraendosi di fatto all'esperienza che sta vivendo, o scoprire dentro di sé un'energia e una consapevolezza di livello superiore»
(Yamao­ka Tesshu)

venerdì 25 marzo 2011

A lezione di...nucleare.

Quanti giorni sono passati dal terremoto/maremoto avvenuto in Giappone? Circa un paio di settimane...l'argomento non è nemmeno più tanto interessante perchè bisogna occuparsi della guerra in Libia e dall'ondata di clandestini; infatti dalla prima pagina di quotidiani e telegiornali l'argomento è già finito alle notizie conclusive. L'unica preoccupazione, comunque, resta la situazione della centrale nucleare di Fukushima. Ebbene è proprio di questo che voglio parlarvi. Non appena successo il fattaccio mi sono lasciata trascinare nel tremendo vortice delle notizie: distrastro nucleare, radioattività, Chernobyl, ... notizie frammentarie e pateticamente identiche indipendentemente dalla fonte. Ad oggi si continua a parlare di fusione del nocciolo, barre di combustione, vasche di decantazione...ma l'ascoltatore/lettore medio ha la minima idea di che cosa siano? Mi viene difficile credere che siano informati e che sappiano come funzioni una centrale nucleare. Io ero totalmente ignorante. Fortunatamente mi sono imbattuta in un blog interessante ,e in un post in particolare, dove viene spiegato con una certa chiarezza come funzionano le centrali. Invito tutti coloro che vogliono capirne di più (certamente più dei giornalisti pappagalli) a fare visita a: Lo sbufalatore nucleare di Paolo Vasca.
E via via tutti quelli che aggiornano la situazione giapponese.

Aggiornamento: interessante post sulle bufale dei giornali "L'apocalisse nucleare e altre storie giornalistiche"


Fà la cosa giusta!

Dal 25 al 27 Marzo 2011
Fieramilanocity
Milano

mercoledì 16 marzo 2011

Buon Compleanno Italia!

Il FAI ha indetto un concorso per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia "Garibaldi ti scrivo..": 150 caratteri disponibili per coinvolgere "L'eroe dei Due Mondi per un'Italia più tutelata e dunque più bella. Un'Italia migliore in cui vivere una vita migliore"*
Penso che parteciperò anche se sono convinta che 150 caratteri non siano sufficienti, non solo per una logorroica come me, per coinvolgere il caro Giuseppe. Allora ho deciso che la lettera (integrale) la scriverò qui.
Caro Giuseppe, 
sono passati 150 anni da quando si è conclusa la tua grande impresa. Inutile discutere sui motivi o su chi ci fosse realmente dietro; penso che se hai deciso di intraprendere un'opera così grande in fondo in fondo un pochino dovevi pur crederci.
Nonostante siano passati così tanti anni l'unità non si è ancora verificata, almeno secondo gli aspetti più "sentimentali".

Unità: (n. f. invar.) 1 - l'essere uno, unico, singolo; 2 - costituire un insieme unico, unitarietà; 3 - unificazione, unitarietà politica; 4 - coerenza, concordia, solidarietà, ecc.

I dizionari moderni offrono tante definizioni.
L'Italia sì, è un essere unico, singolo e costituisce un insieme: un insieme composto dalle diverse regioni, ognuna con il proprio dialetto, cultura, tradizioni, cucina... ma nonostante queste diversità, che diciamocelo rendono il nostro paese meraviglioso, possiamo essere al tempo stesso una Nazione. La Nazione come un'entità caratterizzata dalla comunione di razza, cultura, costumi e tradizioni; entità che pre-esiste allo Stato e ne costinuisce le basi biologiche, le fondamenta.
L'Italia è stata unificata durante il periodo del Risorgimento: questa parola è densa di romanticismo..risorgere, rinascere e forse anche riscattarsi. 
Però mi ha colpito una frase di Massimo D'Azeglio "Il primo bisogno d'Italia è che si formino italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pure ogni giorno si va ogni giorno verso il polo opposto: purtroppo s'è fatta l'Italia ma non si fanno gli italiani". Ai tuoi tempi probabilmente questa affermazione è sembrata molto forte, qualcuno l'ha criticata e forse, coinvolti dall'entusiasmo dell'impresa, nessuno l'ha considerata seriamente. E' rimasta inascoltata oppure ascoltata e senza la voglia di capire cosa "fa gli italiani". E qui arrivo alla definizione che più mi ha affascinato tra quelle trovate sul dizionario: coerenza, concordia e solidarietà. Ritengo che sia questo ciò che manca agli italiani. A distanza di 150 anni manca la solidarietà, uno spirito che coinvolga tutti evidenziando l'importanza del sentirsi una società intesa nel senso più romantico del termine. Lavorare per il bene comune e difenderlo, ognuno vigile rispetto alle azioni degli altri. E io so benissimo che questo è possibile perchè ogni tanto, certo forse in occasioni poco importanti, questo spirito unitario salta fuori, fortissimo e mette i brividi. Perchè non riusciamo ad essere così sempre? Avremo tanti difetti ma un pregio in particolare ci rappresenta: la passione, il cuore. E allora perchè ci lasciamo trascinare dalle cattive abitudini? Dalla voglia di calpestarci i piedi a vicenda senza capire che ogni piccola "bravata" ricade sulle spalle di tutti? 
Però, Giuseppe, non voglio che pensi che la tua grande impresa, insieme a quella di tanti altri uomini, sia stata inutile. Ci dipingono tutti come una Nazione giovane, evidentemente siamo nella tremenda fase adolescenziale dove si fanno esperienze e si compiono errori che servono per diventare finalmente maturi. Per una volta voglio essere positiva e credere che le cose cambieranno, che noi cambieremo.
Ti ringrazio.
Con affetto, Giada.

C'è una frase del Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli o Fratelli d'Italia, che in pochi conoscono (anche perchè ai mondiali se ne canta solo un pezzettino):
"Noi siamo da secoli calpestati, derisi / perchè non siam popolo, perchè siam divisi"

AUGURI A TUTTI GLI ITALIANI
Sì, anche quelli cattivi.

*Sembrerà assurdo ma come premi per il concorso indetto dal FAI ci sono un viaggio a New York e altri in diverse città europee......ma non si stava festeggiando l'Italia??






martedì 15 marzo 2011

Consumo critico #11: Shell e Total

SHELL OIL CO - ROYAL DUTCH
INDIRIZZO PRINCIPALE: Shell Plaza P.O. Box 2463 Huston, TX 77252 USA.
www.shell.com
IN ITALIA: P.zza dell'Indipendenza, 11/b 00185 Roma.
www.shell.it
La comunità degli Ogoni nella Nigeria meridionale sta sostenendo una campagna contro i danni all'ambiente e alle risorse agricole causati dalla Shell. Lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, premio Nobel alternativo per la pace e leader del movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni, è stato impiccato insieme ad altre otto persone dal regime nigeriano, nonostante le pressioni dell'opinione pubblica internazionale (nel 1995 ancora non esistevano i social network e tutte le persone indignate per un'impiccagione! N.d.R.). Secondo Greenpeace questa uccisione incrinerà fortemente il nome della Shell.
Estrazione petrolifera e violazione dei diritti umani sono spesso drammaticamente correlati, soprattutto nel sud del mondo. La Nigeria è uno dei maggiori produttori di "oro nero". La Shell estrae in Nigeria sin dal 1958, ma nel paese africano la ricchezza è rimasta nelle mani di pochi. Le popolazioni che vivono lungo il delta del fiume Niger si sono ribellate alla perdita di terra sottratta senza giusti compensi, scatenando così la reazione violenta del regime militare. Il rapporto "The price of oil" ha documentato le sistematiche violazioni nelle zone petrolifere nigeriane. La compagnia di stato Nigerian National Petroleum Corporation ha costituito società operative con Shell, Elf, Agip, Chevron, Mobil, Phillips Petroleum, Texaco. Le azioni di boicottaggio sono rintracciabili su www.essentialaction.org/shell (purtroppo non più, ma è ancora attivo questo link N.d.R.). Sul sito del Mosop Canada si trova molto materiale sulla storia del movimento e sul ruolo di Shell in Nigeria (in realtà www.mosopcanada.org rimanda a tutt'altro N.d.R.).
Nel 1991 la Shell violava il codice di condotta della Comunità Europea sottopagando i lavoratori (salario al di sotto del minimo legale). 
La Shell Billiton (filiale Shell) minaccia una vasta area della foresta amazzonica, in Brasile, per la costruzione di dighe per centrali idroelettriche. L'energia elettrica prodotta serve a far funzionare un complesso di miniere.
Nel 1997 la Shell si è imbarcata in una nuova impresa in Colombia generando elevati profitti ma condannando la popolazione locale (comunità U'wa -il link rimanda a Wikipedia in inglese, la pagina italiana si riduce a 2 righe-) alla morte. La Comunità U'wa ha deciso di ricorrere al suicidio collettivo piuttosto che permettere alla Shell di profanare la propria terra (con la minaccia del suicidio collettivo gli U'wa vinsero contro l'insediamento della multinazionale. Oggi sono alle prese con un'altra lotta contro Ecopetrol. Queste sono le informazioni frammentarie che sono riuscita a trovare).
Nel 1997 la Shell è entrata anche in Perù, nella regione Camisea, pre trivellare alla ricerca di gas naturale. Nonostante la promessa di rispettare l'ambiente, ha distrutto foreste primarie scavando oltre 100 pozzi (Fonte: Altraeconomia n.9, settembre 2000).*
*N.d.R. Così come sul sito americano, il sito italiano di Shell ha dedicato una sezione "Ambiente e società" dove è premesso: "Contribuire ad uno sviluppo sostenibile è parte integrante del nostro modo di fare business. Mentre lavoriamo per contribuire a soddisfare i crescenti fabbisogni energetici a livello mondiale, il nostro obiettivo è quello di portare benefici alle comunità locali e a ridurre gli impatti delle nostre operazioni, confrontandoci anche con le emissioni di gas ad effetto serra. Ci teniamo alle nostre persone e i nostri valori base di onestà, integrità e rispetto delle persone sono stati inseriti da più di 30 anni nei Principi Generali di Comportamento Shell".
TOTALFINA-ELF
INDIRIZZO PRINCIPALE: Totalfina-Elf 24 Cours Michelet, 92069 Paris, France.
www.total.com
IN ITALIA: Total Italia S.p.A., Via Costanza Arconati 1, 20135 Milano.
www.totalitalia.it
Il gruppo nasce nel 1999 dalla fusione delle francesi Total ed Elf Aquitaine con la belga Petrofina. Il colosso petrolifero (quarto al mondo) fattura oltre 67 miliardi di euro, occupa 150.000 persone (dati al 1999) ed è presente in più di 100 paesi. Attiva nei settori dell'estrazione, della raffinazione e lavorazione del petrolio e derivati, vanta corposi interessi in campo energetico e finanziario e bancario. In Italia è presente con le società Spontex Italia S.p.A. (quella della pubblicità del tenero riccio che monta una spugna N.d.R.) e Mapa Italia S.p.A., di cui distribuisce i marchi (guanti e spugnette). 
Si può comprendere che un'azienda petrolifera possa incorrere in incidenti di percorso che provocano negative conseguenze sull'integrità dell'ambiente naturale, ma non sono accettabili comportamenti finalizzati ad alzare un velo d'ostruzionismo per impedire l'accertamento della verità: TotalFina-Elf ha invece concluso con il governo francese un accordo per mantenere la segretezza sull'azione di recupero del materiale, sembra bitume cancerogeno, fuoriuscito dalla nave Erika, affondata il 12 dicembre 1999 al largo delle coste bretoni in Francia (Fonte: Il Manifesto, 2 aprile 2000).
Il gruppo detiene una rilevante quota della FIBA (French International Bank of Africa), sotto inchiesta per vari illeciti. 
La politica finanziaria del gruppo (secondo Le Monde Diplomatique 2 /2000 e 4/2000) sembra orientata ad agevolare uomini di governo e regimi oppressivi per ottenere favori (finanziamento di armi in Congo, sostegno finanziario del regime militare in Brimania).
Sono in corso boicottaggi nei confronti della TotalFina-Elf per la suapresenza in Brimania (Fonte: Ethical Consumer 58/99) e per il suo ostruzionismo in occasione del disastro ambientale provocato dalla nave Erika (Fonte: Impact Enterprises 12/99). 
E' presente un reticolo non chiaro tra attività petrolifere, politica e finanza.**
** N.d.R. Sul sito italiano della Total non si trova alcun riferimento alla politica aziendale. Invece su Total.com, già in homepage è possibile individuare la dicitura "energie alternative". Mentre nella sezione "Nos enjeux/Our challanges" sono presenti diverse schede tra le quali "protezione dell'ambiente" o "salvaguardia della salute e sicurezza".
A noi rimane la scelta. Considerare queste informazioni come puro marketing oppure come un serio tentativo di riparare ai danni precedentemente causati.
 
Tratto da: Miniguida al consumo critico e al boicottaggio. Realizzata da Movimento Gocce di giustizia. Ed. La Tortuga (ed. 2003).
Post introduttivo all'argomento consumo critico qui.
Elenco prodotti Shell e Total e altre multinazionali qui.
Atre informazioni sulle multinazionali potete trovarle su Transnationale.

Niente panico! #3 - Quando una tragedia viene strumentalizzata

Il paese con il quale mi sento più vicina spiritualmente sta affrontando un momento poco facile. Sia chiaro...da buoni samurai quali sono stanno dimostrando di essere davvero forti e soprattutto organizzati...che volete farci, questione di cultura!
Ma questo post non vuole essere un messaggio affranto; il mio stato d'animo alla vista di quelle immagini tremende che vengono trasmesse a ripetizione e condite da scarsa sensibilità, lo tengo per me, anche perchè non sono del tutto convinta di riuscire ad esprimerlo a parole.
Vorrei piuttosto affrontare il lato oscuro della vicenda. Come sempre, in occasione di queste tragedie, si sfregano le mani quelli che possono guadagnarci qualcosa sfruttando il dolore di molti e i moti buonisti di tutti gli altri. Le borse impazziscono e subito partono i calcoli di debito pubblico, Pil e tutti quegli indici ritenuti noiosi e che passano inosservati, senza che nessuno (o quasi) si renda conto della speculazione, del fatto che una Nazione si indebiti semplicemente per ricostruire qualcosa che le appartiene e che è un suo diritto riavere. Non è strano? Ma chi ne parla? Nessuno perchè fanno molta più gola le immagini di bambini sporchi e con gli occhioni tristi accompagnati da "Manda un SMS e lavati la coscienza!"
Nel caso del Giappone, poi, il piatto è diventato ancora più succulento. Un sisma di proporzioni gigantesche che non provoca alcun danno rilevante ed un maremoto che invece distrugge la costa orientale del paese, portandosi via intere città: persone, case, edifici vari, ponti, mezzi di trasporto, navi e grandi fabbriche. L'impatto ambientale è di grandissima portata: immagino che gli impianti coinvolti, quelli chimici, le raffinerie, abbiano sparso in giro sostanze non propriamente eco-compatibili, le navi scaraventate contro i centri abitati suppongono viaggiassero a carburante e che lo stesso, in questo momento, stia impregnando il suolo. Si sta parlando di questo? Ovviamente no perchè il grande protagonista della notizia non è il dolore di tutte quelle persone, non è l'ambiente devastato e non è nemmeno (guarda caso) un geologo che aveva previsto il sisma  e denunciato per procurato allarme, che diventa eroe proprio per non essere stato ascoltato. Il grande protagonista è il nucleare. Capita giusto giusto a fagiuolo, forte era la necessità di alimentare il dibattito sull'opportunità di incentivare l'energia derivata da impianti nucleari. E allora cosa si fa? Si prende una tragedia e la si strumentalizza! Cosa ancora peggiore è che tutta questa strumentalizzazione da parte dei media appoggia, nel nostro paese, delle questioni di natura politica. Come se l'essere a favore o contro fosse una questione che si risolve sulla base dell'appartenzenza politica.
Io non sto mettendo in dubbio la gravità della questione, nè voglio aprire una discussione sull'uso delle energie alternative al petrolio.
Scrivo perchè sono perplessa, non capisco. Mi sento bombardata da notizie catastrofiste, che prevedono la fine del mondo (ma magari!!!!), notizie che ogni santissimo giorno continuano a riferirmi le stesse cose: è quasi una settimana che l'allarme è alto, le esplosioni sono imminenti e il pericolo di radiazioni altissimo. Eppure il patatrac ancora non è successo...intendo quello grosso, quello che escluderebbe per tutti una vita normale e il definitivo abbandono delle teorie a favore del nucleare. Nonostante gli incendi e le esplosioni alla centrale di Fukushima ancora "è pericolo"....cosa dobbiamo aspettare? Di vedere la nuvoletta a forma di fungo? Mi sembra una situazione al limite dell'assurdo.
Ma quando il bombardamento mediatico - rivolto esclusivamente al nucleare - finirà, perchè sono fiduciosa nella capacità delle autorità giapponesi nell'affrontare il problema, nessuno si ricorderà di tutto il resto. Come sempre.

Giada Iovino

Aggiornamento qui "A lezione di....nucleare" del 25 marzo 2011. 

venerdì 4 marzo 2011

Ci sono cascata!

Dopo ormai un anno di boicottaggio sfrenato ho ceduto. 
Mi piace moltissimo cucinare, specie se devo preparare qualcosa per gli altri. Meglio ancora se questi "altri" sono il mio fidanzato. Qualche volta mi diverto a cucinare quelle cose che in genere si comprano già fatte, magari da multinazionali, perchè preferisco ingredienti freschi e di certa provenienza rispetto a quelli usati a livello industriale. E' stata la volta delle "gocciole", biscotti con gocce di cioccolato. 
Questa noiosa premessa ha un senso in un post etichettato "incoerentemente". Sì perchè pur di preparare questi biscotti per la mia dolce metà ho ceduto, comprando delle gocce di cioccolato della Perugina (e quindi Nestlè!) ARGHHH!! Mi sono ritrovata in un supermercato in cui c'erano solo quelle! Che potevo fare? Una persona intelligente e coerente le avrebbe lasciate sullo scaffale, deciso di preparare qualcosa d'altro oppure andare alla ricerca di un'alternativa in un altro negozio. Io ho ceduto, non senza 15 minuti di contemplazione dello scaffale con aria abbattuta ed ebete. Ma ho ceduto, e ho conosciuto diversi stati d'animo. 
Dapprima l'incazzatura: perchè mai un supermercato deve proporre una sola alternativa? Forse perchè la Perugina ha il monopolio delle gocce di cioccolato o forse perchè ai dirigenti del supermercato non interessa una beata fava di chi produce cosa e come? Direbbe il mio grillo parlante.
Poi la rassegnazione: se proprio non ci sono alternative.....e i biscotti li voglio fare... L'alternativa è non comprare! E non fare quei maledetti biscotti, direbbe sempre il grillo. 
Poi l'autoconvincimento: Ecco!!! Ma perchè devono obbligarmi a comprare questo prodotto? Nessuno ti sta obbligando, brutta scema! Vedi forse qualche cecchino pronto a spararti? E' questo che vogliono! Farti credere che alternative non ce ne sono! Farti credere che con quel prodotto proprio non puoi vivere! Lascialo giù, lascialo giùùùù.......
....."Sono 2 euro e..." E costano anche troppo!!! Se compri prodotti delle multinazionali non risparmi nemmeno!

Giuro, non lo farò più! La prossima volta ascolterò il mio grillo parlante!
Ricomincia il boicottaggio!

Parcheggi invalidi: cittadino VS P.A.

In quanto cittadini non abbiamo solo doveri (e mi rivolgo a quei pochi che ancora li osservano) ma anche diritti. Ogni tanto, però, questi sono minacciati...dai nostri "simili" soprattutto e molto spesso dalla Pubblica Amministrazione, preferibilmente quando la cassa piange. In quest'ultimo caso la P.A non si fa' tanti problemi a mettere mani nelle tasche dei cittadini, meglio ancora quando questi sono ignoranti o appartengono ad una fascia debole.
La signora A. è invalida, residente a Varese. Le è stato assegnato, anni fa, il contrassegno che le consente di parcheggiare nelle zone riservate ai disabili. 
2010: Una mattina la signora A. si reca in centro per sbrigare delle commissioni e trova tutte le aree riservate occupate...non che questa sia una novità perchè non solo spessissimo i parcheggi disabili sono occupati da "abusivi" ma anche da persone legittimate che però usano tali aree come parcheggi personali sotto casa (ma è un loro diritto e quindi.......). Memore della dicitura presente sul permesso "..nelle zone a disco orario o parcometro possibilità di sosta illimitata e gratuita", la signora decide di parcheggiare in un'area a striscia blu ed espone il contrassegno. Al suo ritorno trova una sanzione sul parabrezza. Corre al comando dei vigili per chiarire quello che crede sia un errore ma le viene riferito che una sentenza della Corte di cassazione ha stabilito che gli invalidi devono pagare quando parcheggiano nelle aree in cui è prevista una tariffa per la sosta. Quando la signora prova a protestare circa la propria ignoranza riguardo questa nuova disposizione le viene riferito che un articolo è stato anche pubblicato sul giornale locale. Una volta a casa A. decide in informarsi tramite internet e viene a scoprire che la questione ha aperto un enorme dibattito: pare sia a discrezione della singola amministrazione comunale decidere se adeguarsi o meno alla sentenza della cassazione il che rende la situazione al limite dell'assurdo perchè è difficile informarsi al di fuori del proprio Comune di residenza. La signora decide quindi di proporre ricorso al Giudice di pace (al costo di 33€) chiedendo l'annullamento della sanzione in quanto la sosta è avvenuta adeguandosi alle norme presenti sul contrassegno e tenendo conto che le sentenze della Corte di cassazione non sono vincolanti se non per il caso a cui si riferiscono. 
2011: ascoltata dal Giudice di pace insieme al rappresentante della controparte, arriva la vittoria. Il  Giudice accoglie il ricorso della signora A. sostenendo la validità di quanto riportato sul contrassegno, essendo anche precedente alla sentenza della cassazione. Per il cittadino disabile in possesso del contrassegno fa fede, quindi, il regolamento riportato sul retro dello stesso; bisogna quindi fare attenzione quando viene rinnovato anche perchè se questo fosse l'inizio di una lunga serie di vittorie da parte del cittadino ricorrente l'amministrazione comunale provvederà sicuramente a cambiarne il contenuto.

Ho deciso di scrivere questo post perchè so bene che moltissime persone si sono trovate, o si trovano, nella stessa condizione della signora A. e molto spesso cercano informazioni su internet. 
Non è un post che si propone di discutere sulla questione se è giusto o meno che i disabili paghino come tutti gli altri cittadini, o se è giusto che un disabile abusi di una prerogativa di cui ha diritto, anche perchè questo dipende da quando una persona è corretta.
Devo poi sottolineare che nel caso visto, il Giudice di pace di Varese secondo la discrezione che gli compete, ha accolto il ricorso. La sua decisione ovviamente non può essere considerata vincolante per altri Giudici. Può essere, però, un ottimo spunto per altre istanze di annullamento della sanzione. E, perchè no, un motivo di riflessione per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che capiteranno qui.

martedì 1 marzo 2011

Pirsig


"Non ci si consacra mai a una causa in cui si ha piena fiducia. Nessuno si mette a gridare fanaticamente che domani sorgerà il sole. Quando qualcuno si da anima e corpo a una fede politica o religiosa o sostiene fanaticamente qualche altro tipo di dogma o di meta, è sempre perché essi sono un po' vacillanti." 
 
R. M. Prisig "Lo zen e l'arte di manutenzione della motocicletta", 1974.