martedì 15 giugno 2010

Vita dentro.


Ammetto che è la quarta volta che tento di scrivere un post sulla situazione delle e nelle carceri italiane, spero che questa sia quella buona. E' un tema al quale sono particolarmente legata e per questo ogni volta mi sono ritrovata con pagine e pagine sull'argomento. Inutile scrivere post lunghi e carichi di informazioni troppo tecniche: c'è il rischio di far passare la voglia di leggere. Però qualcosa la devo dire perchè negli ultimi tempi la questione sta avendo molta risonanza a causa delle notizie di celebri morti per suicidio o per lesioni, e quelle riguardo la questione del sovraffollamento degli istituti penitenziari. Cercherò di essere schematica e al tempo stesso di chiarire un po' meglio la situazione.
Con riguardo alla questione del sovraffollamento la soluzione sarebbe piuttosto semplice: non fatevi ingannare da Ministri che annunciano la costruzione di nuovi istituti perchè non è necessario affatto creare nuovi spazi. Quello che è necessario è l'abolizione di leggi, decretini approvati in tutta fretta che escludono o rendono difficoltosa l'applicazione di misure alternative alla detenzione. Lo so che queste tre parole creano molta paura e questo a causa dei giornalisti che forniscono informazioni frammetarie e che non offrono una visione chiara della situazione (non associate mai le notizie di semilibertà, arresti domiciliari o arresti cautelari -anteriori alla condanna- con la parola di libertà)[Un post sull'argomento qui]. Più che la costruzione di nuove strutture sarebbe piuttosto necessaria la ristrutturazione degli stessi: la maggior parte degli istituti sono ospitati in edifici di secoli fa, ma in ogni caso è allarme manutenzione: bagni intasati, acqua corrente che manca, umidità, ….
Secondopoi bisognerebbe che OGNI istituto penitenziario prevedesse i percorsi di rieducazione, percorsi istruttivi e lavorativi: oggi le strutture che offrono questo tipo di trattamento (che è il trattamento previsto da Costituzione e Legge sull'ordinamento penitenziario) sono considerate “sperimentali” e non “la regola”; quello che nessuno vi dirà mai è che la percentuale di recidiva degli ex detenuti che hanno potuto usufruire di questi trattamenti è soprendentemente bassa (vi faranno però notare gli insuccessi!). Per non parlare, infine, di quelle leggiucole che prevedono il carcere per delle violazioni che in qualche modo per alcuni soggetti sono inevitabili e creano un “circolo vizioso” (la Bossi-Fini prevede ad esempio che il rilascio del permesso di soggiorno per gli immigrati sia concesso in favore di chi dimostri di avere un lavoro...ma quale datore di lavoro offre un posto -in regola- a chi non ha un permesso di soggiorno?).
Se vi parlano di sovraffollamento probabilmente penserete che semplicemente ci sono delle persone in più: in realtà si parla di 12 persone in stanze da 4, letti a castello fino al soffitto, problemi di tipo sanitario oltre che igienico...(e in queste condizioni molto spesso vive anche il personale!).
Un dato ulteriore: un detenuto costa circa sulle 200€ al giorno. Tralasciando poi tutte le speculazioni come ad esempio quelle sulla mensa. Tutto questo grava sulla collettività, non lo dicono? Solo questo forse farebbe cambiare opinione a molti italiani preoccupati solo ed esclusivamente delle proprie tasche.

La faccenda dei suicidi e delle morti per violenza si allaccia, ed è causata, da una varietà di questioni. Il problema delle guardie penitenziarie violente (anche se spesso si tratta di forze dell'ordine del “fuori”) è conseguenza, come scritto prima, del fatto che la legge sull'ordinamento penitenziario non venga affatto seguita, anche dopo 35 anni dalla sua approvazione. Questa prevedeva un nuovo concetto di detenuto e di trattamento che non doveva più essere confinato al controllo repressivo, più che altro al fine di evitare la fuga, del detenuto; oggi le guardie penitenziarie si dividono in due tipi..quelle alla vecchia maniera e quelle che rispettano il dettato della legge: secondo voi i poveretti che non hanno “fatto una bella fine” nelle mani di quali guardie sono finite?
I suicidi sono in parte controllabili perchè ne va di mezzo la personalità del soggetto ma forse se queste persone non fossero lasciate sole, in balia di sè stesse e dei propri impulsi,e non fossero trattate a "botte" di psicofarmaci palliativi la situazione migliorerebbe non di poco. Oltretutto il problema qui non è solo dei detenuti: quello che non sentirete mai dire dai media è che l'allarme riguarda anche gli agenti della polizia penitenziaria che non hanno vita facile, un po' perchè il carico di lavoro è drammaticamente alto (per via del sovraffollamento) e soprattutto perchè vivere dentro da liberi non è cosa facile.

Ma quel che è più preoccupante, e che porterebbe all'eventuale miglioramento non pochi problemi, è la concezione di pena della collettività. Come ho già detto, e come ribadirò finchè avrò respiro, i media stanno insinuando nelle persone un concetto di giustizia molto discutibile. Sarà difficile sradicare l'idea di pena come un qualcosa di immutabile e che non ha rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti; pena che ha un confine molto labile con la tortura.
La certezza della pena non deve mai essere confusa con trattamenti che cozzano con i diritti di ogni persona, primo tra tutti quello alla vita.

di Giada Iovino

Vi lascio con una celeberrima citazione:
Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. (F. M. Dostoevskij in Delitto e castigo.)

Letture consigliate:
Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene (1763/64)
Lucia Castellano, Donatella Stasio Diritti e castighi. Storie di umanità cancellata in carcere. Il Saggiatore 2009 (Un saggio molto interessante e illuminante di facile lettura grazie anche alle testimonianze di detenuti ed ex detenuti.)

18 commenti:

  1. Ciao, hai qualche riferimento in internet per i dati e la situazione delle carceri?

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  2. Ciao. Su internet basta inserire nel motore di ricerca "dati carceri" o "dati statistici carceri"..troverai numerose informazioni, in parte da blog ma anche tramiti siti più ufficiali. Bisogna stare attenti anche su internet riguardo quello che si trova. Io ho scritto sulla base delle mie conoscenze personali universitarie e sulla base del libro di Castellano-Stasio che ho indicato alla fine. Te lo consiglio.

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  3. E' di tutta evidenza Giada che non conosci quest'opera: £LA MIA VITA DENTRO" - LE MEMORIE DI UN DIRETTORE DI CARCERI", rintracciabile a questo link: http://www.infinitoedizioni.it/prodotto.php?tid=89, lettura che consiglierei unitamente alla Rassegna stampa ivi citata.
    La fotografia usata è piuttosto datata, come anche l'opera di cesare Beccaria.
    Il tuo posto (al quarto tentativo) rappresenta un apprezzabile sforzo di dar conto di ciò che tu hai capito delle carceri.
    IL SOVRAFFOLLAMENTO. I fattori che generano continuamente il sovraffollamento sono da individuare nella decrepitezza del codice penale Rocco del 01931 in cui vi sono quasi 200 reati che si riferiscono a comportamenti di lievissimo (oggi) allarme sociale, reati che devono essere derubricati ad infrazioni amministrative sanzionate con sanzioni pecuniarie.
    Altra causa di sovraffollamento è la sciagurata legge Bossi-Fini e l'introduzione, successiva, del reato di clandestinità.
    Per chiudere il panorama, un cenno è dovuto alla legge sulle tossicodipendenze, in particolare, all'abbassamento delle soglie di quantità per uso personale delle sostanze stupefacenti.
    Si tratta di leggi dovute al centro-destra.
    La questione permesso di soggiorno. Il lavoro è propedeutico al suo rilascio, non viceversa.
    La legislazione che ho citato comporta la presenza in carcere di 25.000 detenuti stranieri (Bossi-Fini), mentre ogni giorno entrano in carcere 30.000 detenuti che vi restano solo tre giorni, di qui il carico insopportabile di sovraffollamento. di questi 30.000 il 40% sarà assolto.
    I posti letto nelle carceri sono 43.000, i detenuti presenti oggi oltre 68.000. Ogni mese il dato di accrescimento è di 800 detenuti in più.
    I SUICIDI. Il discorso è complesso. Per ora mi fermo qui.

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  4. Grazie per avermi consigliato il libro, lo comprerò appena possibile! Noto con piacere che è Lei l'autore ed è stato direttore di numerosi carceri (avrei mille domande da farle sul suo lavoro..posso scriverLe una mail privata?).
    Il consiglio di Cesare Beccaria era evidentemente una provocazione..quel libro è stato scritto 300 anni fa ed è più civile di quanto non siano gli anni in cui viviamo noi.
    Grazie anche per tutto quanto ha scritto: offre un quadro più completo..il libro che ho citato io (Stasio-Castellano), anche se Lei sostiene datato, parla ampiamente di quanto da Lei illustrato..il discorso è talmente complesso che con questo post ho cercato solo di dare uno spunto, come del resto faccio sempre, per far sì di stuzzicare la curiosità delle persone. Credo sia sempre bene poi cercare tanti altri canali di informazione. (Fosse per me avrei anche descritto tutte le varie misure alternative alla detenzione, misure di sicurezza e il funzionamento del processo....ma quante persone avrebbero letto oltre la prima riga?)

    Aspetto altri suoi commenti.
    Grazie di nuovo.

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  5. Avrai capito Giada che il mio è un commento buttato lì in fretta prima di andare al mare.
    Devo quindi precisare che io non ho definito datato il libro scritto dalla Castellano (che io conosco) assieme alla giornalista del Sole 24 Ore Donatella Stasio, che però non ho letto.
    Ho definito datata la foto che hai messo nel post, che rispecchia carceri degli anni '70, orrendi.
    Il testo di Beccaria, che non ho letto, mi risulta essere un testo che poneva fine all'arbitrio del sovrano, cosa non da poco, ma non poteva andare oltre. Oltre è andato il legislatore costituente, introducendo nell'art. 27 il terzo comma relativo alla finalità della sanzione penale detentiva, che non deve essere meramente afflittiva, ma deve tendere alla rieducazione del condannato.

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  6. Affrettati, è in esaurimento e non si sa se sarà fatta una ristampa, una seconda edizione, o meno. Quanto allo scrivere, qualche utile consiglio lo potresti rinvenire qui: http://ilgiornalieri.blogspot.com/2010/05/lo-mio-maestro-e-donno.html
    In materia di misure alternative alla detenzione il post dovrebbe avere il taglio della divulgazione giuridica.
    Se si vuole informare chi desidera essere informato questa è la strada. Gli altri? Che restino ignoranti.

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  7. Mi scusi non avevo capito fosse riferito alla fotografia del post!
    Il testo di Baccaria è molto di più in realtà: tratta, tra le altre cose, della pena di morte (che definisce "un inutile prodigalità di supplizi, che non ha mai resi migliori gli uomini"), di certezza e prontezza della pena e l'idea di prevenzione dei delitti (se non è civiltà e avaguardia questa!!)

    Per quanto riguarda il libro cercherò di provvedere al più presto. E darò un occhio al link che mi ha suggerito con calma.

    A presto e grazie di nuovo.

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  8. Ah per suo lavoro intendevo quello di direttore di istituto penitenziario :)

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  9. VA BENE: SPARA LE DOMANDE!
    TI HO MESSO NELLA BLOGROLL DEL MIO BLOG.

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  10. ciao Giada,
    Salve Sig. Morsello

    ho letto con molto interesse il post e i commenti; danno una serie di interessanti spunti, tuttavia ci sono tanti rimandi a testi che necessiterebbero di un impeto di volontà per essere raggiunti che i più fra coloro che avranno letto questo post temo non avranno.

    Mi preme un aspetto.
    Ci sono evidenti problemi legislativi e normativi, e ritardi nell'applicazione dei correttivi, ma il problema del sovraffollarmento, a mio avviso, non nasce nei confini reclusi degli istituti, ne nelle aule dei tribunali ne fra i banchi del parlamento; la genesi di questo problema è culturale, e si trova fra la gente comune che non concepisce il carcere come un luogo per riprendersi da un percorso sbandato ne di confino per soggetti pericolosi alla convivenza: la concezione comune di pena è quella di pura e semplice punizione e la si vuole associata il più possibile alla sofferenza. Troppo spesso ho sentito discorsi impregnati di indignazione ed ignoranza per gli "ingiusti" sconti di pena per attenuanti o per pene che vengono giudicate non sufficienti, soprattutto per casi di clamore mediatico.

    Dobbiamo partire da questo punto, a mio avviso, se vogliamo farci un quadro di comprensione in quanto è da questo che derivano le leggi assurde e punitive, la propaganda populista dei politici, l'assenza di indignazione collettiva per le condizioni inumane di carceri inadeguate. Da questo deriviamo il resto.

    ciao

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  11. Fabio! Leggere i tuoi commenti è sempre un piacere! :)

    Concordo pienamente con quel che dici: uno dei problemi principali trova casa nell'opinione pubblica..sono così d'accordo che ci sto scrivendo la mia tesi di laurea e sto aspettando di discuterla per poterne parlare in un nuovo post....Come dico nell'introduzione sono molto legata all'argomento e non ho mai pensato di lasciare le mie parole sospese e senza seguito! :)

    A presto!

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  12. @ luigi pellati.Se ho capito bene, da una parte desideri avere dati sul sovraffollamento, dall’altra attribuisci il sovraffollamento nelle carceri a un problema di natura culturale, con riferimento all’opinione che i cittadini esprimono tutte le volte in cui escono dal carcere notizie riguardanti gli sconti di pena, senza conoscere affatto i meccanismi giuridici che presiedono a tali concessioni.
    Io aggiungo che anche quando il giudice concede la libertà provvisoria o gli arresti domiciliari il cittadino si indigna; ma sa di cosa si tratta? Ne dubito, perché non sa e non è tenuto a saperlo, che la custodia cautelare è giustificata quando sono soddisfatte alcune condizioni, tre per l’esattezza: 1) impedire l’inquinamento delle prove; 2) impedire la reiterazione del reato; 3) quando c’è concreto pericolo dei fuga.
    Ma non basta, perché la custodia cautelare soggiace a limiti di tempo nella sua esecuzione, scaduti i quali (sono diversi per i reati commessi e per le situazioni processuali) il detenuto imputato deve essere scarcerato. Si chiamano in gergo 'scadenza termini'.
    Sull’argomento sovraffollamento delle carceri ho scritto, da solo e con altri autori, due recenti lavori., pubblicati.
    Allego i link: 1) Carceri - sovraffollamento – emergenza infinita del 3.12.2010: http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/12/carceri-sovraffollamento-emergenza.html
    2) Carceri – sovraffollamento – rimedi strutturali – rimedi urgenti:
    http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/06/carceri-sovraffollamento-rimedi-urgenti.html
    Ciao.

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  13. Ciao Luigi! Che piacere!
    Aspettiamo la risposta di Fabio ma mi sento in dovere di intervenire. E' ovvio che il problema del sovraffollamento non è causato dall'opinione pubblica. Ma i problemi in cui versa la situazione penitenziaria sono anche il risultato di ciò che la gente pensa..questo perchè l'opinione pubblica è influenzata dalle strumentalizzazioni ad opera dei media che insinuano costantemente il dubbio che la giustizia non funzioni (e di conseguenza tutto il sistema della pena..)..questo porta i cittadini stessi a chiedere quello che sappiamo e i legislatori non fanno altro che strofinarsi le mani perchè hanno ottunuto quello che volevano.
    E' verissimo la gente non ha idea dei complessi sistemi della giustizia e dll'esecuzione penitenziaria ma sono gli stessi media a renderli ignoranti come capre perchè non c'è un giornalista che uno che usi il linguaggio corretti e spieghi effettivamente come stanno le cose e come funzionano..ovviamente in modo semplice perchè altrimenti saremmo tutti avvocati e giudici!
    Oltretutto si lamentano tanto giornalisti e cittadini ma senza sapere che le leggi le approvano quei babbioni che stanno in parlamento, e che i giudici non possono far altro che apllicarle.
    Questo lo affermo con sicurezza, sono dati evidentissimi e che stanno emergendo dalla mia ricerca per la tesi di laurea..come ho accennato presto scriverò qualcosa di più dettagliato.
    A presto

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  14. A dire il vero l’esecuzione penitenziaria è un segmento del sistema dell’esecuzione penale (esiste al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria una Direzione Generale che di occupa della ‘esecuzione penale esterna’) che attraverso vari passaggi (giudice dell’esecuzione, direzione della carceri, per conoscenza Direzione Generale Detenuti e Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria) arriva alla detenzione in carcere in esecuzione di sentenza definitiva di condanna a una pena detentiva.
    Temo che la ‘pubblica opinione’, ammesso che ne esista ancora una, costituisca solo un alibi perfetto per lasciare la cose andare in malora. In data odierna vi sono 70.000 detenuti a fronte di una ‘capienza massima’ di 64.000 unità.
    Un simile affollamento impedisce di dare la benché minima attuazione al settore delle ‘misure alternative alla detenzione, anche perché al sovraffollamento si somma la sparuta pattuglia di educatori penitenziari, che man mano che vanno in pensione non sono sostituiti, mentre con gli ‘esperti’ (psicologi, criminologi) va anche peggio. Non sono dipendenti pubblici ma liberi professionisti con contratto biennale rinnovabile e per un numero di ore risibile.
    I rimedi non sono la costruzione di nuovi carceri (mediamente occorrono cinque anni per costruirne uno), ma la destinazione di risorse umane, ma le casse dell’Erario sono vuote! Non se ne esce se non mettendo mano a una legislazione dissennata (la ex-Cirielli, il reato di clandestinità – anche se pochi sanno che è una barzelletta – la soppressione del principio della modica quantità di sostanze stupefacenti per uso personale e l’introduzione di limiti massimi per principio attivo – ciò ha comportato l’arresto di Stefano Cucchi morti dopo pochi giorni per motivi per i quali una diecina di operatori sono sotto processo a Roma, la Bossi-Fini, la Fini-Giovanardi), in buona sostanza una legislazione criminogena voluta dal centro-destra. Inoltre, ma a beneficio della magistratura requirente e giudicante, l’eliminazione dal codice penale di oltre 200 reati inutili perché privi di allarme sociale.
    Quale tesi stai preparando, se è lecito chiedere?

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  15. No, Sig. Morsello, non ho chiesto dati sul sovraffollamento; ha confuso il mio commento con quello di un altro commentatore.

    Il senso di quello che intendevo esprimere è stato ben sintetizzato da Giada nel suo ultimo commento.

    Sono un sistemista ed il mio lavoro mi porta a cercare l'origine primaria dei problemi; se mi fermo prima di raggiungerla i problemi non solo non li risolvo, ma rischio che i miei correttivi peggiorino la situazione. Questo ha forse generato una deformazione nella mia mentalità.

    Sono daccordo quando si dice che il legislatore ha legiferato in maniera irresponsabile su questo tema (come su altri), alimentando con nuovo carburante il motore di questo sistema inceppato; tuttavia non mi accontento di fermare il treno dei miei pensieri alla considerazione parziale che dice che è colpa del governo di destra. Non mi posso accontentare di un capro espiatorio, sento che c'è dell'altro da indagare oltre questa risposta, e mi sono chiesto "come mai i governi trovano la forza politica ed il consenso per leggi così a-sistemiche?"
    Per dare risposta a questa domanda ho infilato il naso negli aspetti sociologici di cui ho parlato sopra.

    Sono concorde con le considerazioni che Lei propone Sig. Morsello, ma temo che se non troviamo un modo per formare nuovamente una coscienza collettiva equilibrata non ci saranno mai politici legislatori con il consenso necessario ad attuarle.

    Fabio

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  16. Non capisco cosa voglia dire ‘sistemista’, salvo a voler aggiungere un aggettivo, tipo informatico, ad esempio. Preso in sé è un sostantivo cui viene attribuito il significato di analista e studioso dei sistemi, che a loro volta significano ciò che è costituito da più elementi interdipendenti, uniti tra loro in modo organico. Mi pare basti così per capire chi è un sistemista.
    Bene, a mio giudizio è sistemista chi ‘cerca l’origine primaria dei problemi’ problemi che conosce perché relazionati al proprio lavoro, piuttosto che un teorico che applica un metodo a qualsiasi problema.
    Tuttavia, il discorso era circoscritto al fenomeno del sovraffollamento nelle carceri, nel cui ambito attuale il medesimo va valutato.
    Premettendo che con i dati io non ho intendevo riferirmi al solo dato numero, pur importante (se le presenze in carcere sono pari o inferiori alle capienze è ovvio che non esiste un problema attuale, forse i previsione futuro), devo affermare che il sovraffollamento è un problema antico, mai risolto con una adeguata politica criminale e dell’esecuzione penale. Per oltre 40anni ho sentito parlare e constatato l’insufficienza dei posti-letto disponibili, risolta tante volte con l’istituto della grazia e/o dell’indulto, mai seguita dalla sunnominate politiche, meno che mai dalla dotazione di risorse strutturali e di personale necessari. Negli anni ’70-’90 fu dato corso ad uno ‘svecchiamento’ dell’edilizia penitenziaria che comportò il rimpiazzo di istituti vecchie fatiscenti con nuove strutture, con conseguente aumento delle capienze. Ma anche in questo caso la programmazione edilizia non fu preceduta né seguita da una necessaria previsione e valutazione delle curve di tendenza dell’accrescimento delle presenze in carcere, conseguenti alla assenza di una idonea politica criminale, con il risultato che furono costruite carceri sì rispettose delle regole minime dell’ONU (sette metri quadri per ogni posto letto) ma anche inadatte alla flessibilità della capienza in grado di reggere flussi massicci di accrescimento della popolazione detenuta. Furono fatte celle per un solo posto (!), che fu raddoppiato già all’atto dell’entrata in funzione della nuova struttura carceraria e triplicato in date successive: incredibile! Lo so bene, ne ho messo due in funzione di nuove carceri.
    Sì, la società esprime i governanti che si merita, ciò è vero a partire dagli anni ‘8’ per continuare fino ai nostri tempi. È un dato incontrovertibile che questi governanti sono andati sempre più scadendo in qualità, cultura politica e generale, fino agli attuali ministri.
    Non è un caso che lo svecchiamento della legislazione penale non è stato fatto, nonostante tre-quattro progetti di riforma, che il nuovo codice di procedura penale (1989) sia già un rottame da buttar via per i troppi correttivi introdotti (Corte costituzionale – giustamente -, legislatore ordinario ‘ad usum delphini), che non siano state investite risorse nella gestione della giustizia (fino a dimezzare in pochi anni i soldi assegnati al ministero della Giustizia), non si sia provveduto – superando eventuali ed innegabili posizioni corporative – al rifacimento della pianta organica de Tribunali, siano state create nuove fattispecie (e risibili) fattispecie criminali.
    Per concludere, credo sia di una qualche utilità legge qui: http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/12/carceri-sovraffollamento-emergenza.html
    e qui:
    http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/06/carceri-sovraffollamento-rimedi-urgenti.html
    Per ora.

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  17. salve Sig. Morsello,
    mi sono letto con interesse i due riferimenti che ha riportato e sono ancora daccordo che le azioni da compiere sono quelle che vi sono indicate.

    Ma ancora una volta la domanda è: "A chi possiamo affidare il nostro consenso affinché metta in cantiere queste azioni?"

    Parliamoci chiaro oggi in Italia due sono le forze che possono guidare un governo: PDL e PD, ed in merito a questa questione il primo non vuole farlo e il secondo non ne sarà capace.
    Mi sembra che la situazione sia passata da complicata a disperata.

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