lunedì 7 giugno 2010

Mente Coerente #2


"Sai perchè non avevo mai visto nessuna delle donne uccise?" Scossi la testa. "Perchè una è di colore, Harry, e l'altra è una prostituta. A dire il vero non conosco nessuno di colore, a parte Mose. Parlo a un sacco di gente di colore e molti di loro mi piacciono e credo che a molti di loro piaccio, ma non so niente di loro e loro non sanno niente di me. Diavolo, non posso dire di conoscere davvero Mose. Tutto quello di cui parliamo è la pesca, il fiume e ogni tanto il tabacco. Sotto sotto credo di essere uguale a tutti gli altri. E sai una cosa, Harry?" "No, papà." "Mi dà fastidio." "Tu non sei come gli altri, papà. Tu non odi la gente di colore." "Sotto sotto, come ho detto, non ne sono così tanto sicuro." "Tu e la mamma siete diversi dagli altri." "C'è molta gente che la pensa come noi. Solo che quelli che la pensano diversamente sono più pettegoli e più cattivi. Lascia che ti dica una cosa, figliolo. Quand'ero ragazzo tutto quello che usciva dalla mia bocca era negro qui e negro lì. Andavo sempre al fiume a pescare e c'era questo ragazzo di colore che prendeva un sacco di grossi pesci gatto. Ero invidioso. Non mi andava giù che uno di loro pescava tutti quei pesci e a me non mi riusciva di prenderne nemmeno uno. Mi vergogno a dirlo, ma un giorno stavo per picchiarlo. Ero laggiù, e lui era lì vicino al mio posto e tirava su i pesci che sembravano ammaestrati. Poi mi guardò e disse: 'Signore, ho qui delle buone esche che mi sono fatto da solo. Ne vuole qualcuna?'. Ne presi tre o quattro, ma non ebbi fortuna lo stesso. Eravamo seduti vicini sulla riva e parlavamo, e prima che il giorno finisse seppi qualcosa che non sapevo." "Che cosa?" "Che era proprio come me. Aveva anche un vecchio padre cattivo. Un vecchio che aveva ucciso una mezza dozzina di persone, tutte di colore, e per questo non gli era successo niente, e il ragazzo aveva paura di lui. Anch'io avevo paura di mio padre. Mi insegnò a fare le esche, a prendere sangue, farina gialla e farina di grano, mischiare tutto in piccole palline, poi farle seccare e attaccarle all'amo nel modo giusto. Io non diventai il suo migliore amico, ma smisi di preoccuparmi di che colore fosse. E non vedevo l'ora di andare giù al fiume a pescare, così io e lui potevamo parlare. Be', a un certo punto una ragazza bianca fu ritrovata morta e nuda nel fiume. Non so come, ma a un dato momento decisero che questo ragazzo, che si chiamava Donald, era il colpevole. Io non ne sapevo niente, ma un pomeriggio mentre tornavo a casa dopo essere stato a caccia di scoiattoli, arrivato alla Preacher's Road c'era una gran folla e quando riuscii a farmi strada vidi che avevano messo Donald su un vagone, gli avevano inchiodato le mani e i piedi e poi lo avevano castrato." Fece una pausa, riflettendo. "Lui mi vide, figliolo. Io lo guardavo stando tra la folla. Ricordo ancora i suoi occhi. Mi vide e disse: 'Signor Jacob. Non può aiutarmi?'. Io feci un passo indietro tra la folla. Avevo tredici anni e non sapevo cosa fare e lì c'era un ragazzo della mia età che mi chiamava signore e mi implorava di aiutarlo. Diedero fuoco al vagone e lo finirono. Due giorni dopo trovarono una traccia di vestiti di quella ragazza che li portò a un piccolo campo dove c'erano un uomo di colore morto e le cose che appartenevano a lei, la sua borsetta e tutto il resto. Ora, io non so se quell'uomo era il colpevole, ma certamente non lo era Donald. Credo che la folla sia impazzita perchè venne fuori la voce che era stato uno di colore, e presero lui. Povero Donald. Sospetto che il vero assassino fosse l'uomo che hanno trovato dopo aver ucciso lui." "Com'era morto, papà?" "Morto e basta, credo. Un'altra cosa: presero il corpo dell'uomo e lo trascinarono giù per i boschi e per Preacher's Road e alla fine tagliarono le corde e gli diedero fuoco. Quel povero corpo, un mucchio d'ossa, restò per un mese sul ciglio della strada, prima che le bestie o qualcuno se lo portassero via." "E il padre di Donald?" "Quel perfido figlio di puttana. Alla fine fu ucciso mentre cercava di rapinare una casa a Mission Creek. Entrò dalla finestra e gli spararono. Ricordo che pensai: meno male che ti sei tolto dalle palle. Donald invece era un bravo ragazzo. Non era nè meglio nè peggio di qualunque ragazzo della sua età ed è stato ucciso in quel modo. Morale, io non sono così puro, Harry. Non feci nulla per salvarlo." "Papà, non c'era niente che potevi fare." "Mi piace pensare che sia vero. Ma da allora niente è più stato lo stesso. Non odio nessuno per il suo colore. A volte le cose brutte si riversano su di me, ma io provo, Harry. Provo. Come per tua madre. Lei è sempre stata così. C'è gente che capisce subito se una cosa è giusta o no. Anche tua nonna è così, e ha passato uesta capacità a tua mamma, e lei mi aiuta a capire quando io non avrei voglia di farlo. E' facile odiare, Harry. E' facile dire che questo e quello succede perchè i neri fanno o non fanno una cosa o l'altra, ma la vita non è così facile, figliolo. Facendo l'agente ho visto alcuni dei peggiori esseri umani, bianchi e di colore. Il colore non ha niente a che vedere con la malvagità o la bontà. Ricordalo." "Sì, papà."

Tratto da: In fondo alla palude di J. R. Lansdale Fanucci Editore
Ambientano nel Texas degli anni '30, anni della Depressione.
Qualche volta i libri ti cercano. L'ho comprato perchè adoro i thriller e i gialli e mi affascivana il fatto che a raccontare la storia fosse un bambino di 12 anni. Ma quando ho capito che il tema centrale è quello del razzismo allora ho pensato che questo fosse uno dei casi in cui un libro ti cerca e si lascia comprare.

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