martedì 16 novembre 2010

Quando la giustizia non funziona (?)





[I link che compaiono nel testo e che riguardano i singoli istituti giuridici vi rimandano ad alcune definizioni, che seppur non siano approfondite quanto un testo dedicato, possono aiutarvi ad una comprensione più completa.]

Vi propongo un esempio per farvi capire quali sono le vere motivazioni del mal funzionamento della giustizia nel nostro paese. Questo perchè continuo a chiedermi sulla base di quali strumenti voi affermate che in Italia non c'è giustizia. Io sono convinta del fatto che gran parte di queste convinzioni provenga dai media e dall'indottrinamento che questi praticano nei nostri vostri confronti. I giornalisti vi danno le varie notizie in nome del diritto di informazione, ma in questo diritto però escludono totalmente gli aspetti tecnici che, ovviamente, loro stessi ignorano.
L'idea di portare questo esempio mi è venuta studiando e facendo delle ricerche per la mia tesi di laurea dal titolo "La percezione nella stampa e nell'opinione pubblica dei provvedimenti di esecuzione penale" o, come la chiamo io nei momenti di intimità, "Le cazzate che giornalisti, senza un minimo di conoscenza tecnica, vi propinano e a cui voi credete".
Ok, veniamo all'esempio.
La Legge n. 251 del 5 dicembre 2005  dal titolo "Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975 n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione.", denominata Legge Ex-Cirielli.
E voi direte: "e che cosa significa?"
Questa legge ha introdotto delle modifiche al codice penale (riguardo i termini di prescrizione, la recidiva e altri istituti) e alla legge 354/1975, la legge sull'ordinamento penitenziario cioè quelle norme che regolano l'esecuzione della pena (in particolare ha influito sulle misure alternative alle detenzione).
Non voglio certo mettere in piedi un commentario per ognuna delle previsioni contenute nella Legge Ex-Cirielli (il deputato Cirielli, propenente, ha disconosciuto la paternità di questa normativa a seguito di alcune modifiche che sono state apportate in via di approvazione; questo è il motivo per cui la legge ha assunto questo nome bizzarro).
Questa legge da una parte ha allargato le maglie per un trattamento favorevole rispetto alcuni condannati (ne ha potuto giovare, poco dopo la sua approvazione, il buon Cesare Previti) e dall'altra ha reso impossibile la concessione di misure alternative alla detenzione. Nonostante le credenze comuni, queste misure offrono uno strumento per la rieducazione e reinserimento nella società dei condannati ad una pena detentiva breve o che si trovano in determinate condizioni (afflitti da AIDS, donne in gravidanza, ..); questi istituti offrono anche un buon mezzo per ridurre la popolazione carceraria (il numero altissimo di detenuti non è da imputare tanto ad una crescita del numero di reati quanto all'entrata in vigore di leggi che portano ad una situazione paradossale -una per tutti la Bossi-Fini- e che non si risolve certamente costruendo nuovi istituti).
Il problema fondamentale è la stratificazione di norme; le varie leggi che vengono approvate sono del tutto autonome e non tengono conto delle altre già in vigore: in questo modo si crea un sistema totalmente incoerente e scoordinato nel quale, ad esempio, una persona condannata che possiede i requisisti per poter chiedere l'ammissione di una misura alternativa,e quindi scontare la pena senza entrare in carcere (con tutte le conseguenze che questo comporterebbe) vedrà invece aprirsi in ogni caso le porte dell'istituto per poi uscire non appena gli verrà concessa la misura. Tutto questo non è coerente e soprattutto, argomento che a voi sicuramente interessa, costa non poco.
La Legge Ex-Cirielli ha creato proprio una situazione del genere: evita che alcuni individui affrontino la detenzione (tra l'altro cosa già prevista) ma colpisce duramente alcune categorie di persone, come i recidivi. Il risultato, ampiamente discusso in sede di approvazione -e quindi evidente-, è quello di un considerevole aumento del numero di detenuti.
Incredibile vero? Un'innoqua legge, uno strumento che dovrebbe risolvere dei problemi li raddoppia. Quindi è vero. C'è un problema nella giustizia italiana, su questo concordiamo. Ma come fate a sostenere che la colpa sia dei giudici? (E' una domanda retorica. Lo fate perchè vi hanno inculcato che è così.).
Sapete chi scrive ed approva le leggi nel nostro bel paese? Leggi che poi i giudici devono applicare (ed interpretare)? I politici, le persone che votiamo votate, e che sono più o meno le stesse da circa 60 anni. Non voglio fare nomi prima di tutto perchè sarebbero davvero tanti, secondopoi perchè verrei probabilmente etichettata come qualcosa che non sono.
Ma, ragazzi, facciamo approvare le leggi (tutte le leggi!) da persone che oggi appartengono ad uno schieramento e domani all'esatto opposto, che non hanno la minima idea di chi sia Nelson Mandela, che propongono l'esame di italiano per gli stranieri che tanto odiano e poi non sanno coniugare il verbo avere. (Fatevi due risate guardando i video qui sotto).
Lo so. Ho scritto tantissimo e probabilmente alcune persone si sono arrese alle prime due frasi. D'altra parte ho pensato fosse inutile cercare di spiegarvi che le vostre impressioni sono causate dall'ignoranza di chi vi offre l'informazione senza portare un esempio concreto.
Senza contare che, invece, questo post avrà fatto inorridire gli addetti ai lavori perchè, per cercare di semplificare tutto il discorso, avrò omesso qualcosa di importante, scusatemi.

Giada Iovino

Link interessanti:
Post (In)Giustizia (sulla giustizia, ancora)
Post Vita dentro (sulla vita in carcere)

Ignoranti loro, ignoranti noi.


[I video in questione tempo fa erano numerosi e reperibili su YouTube. Oggi ho avuto serie difficoltà nel trovarli: sono stati eliminati.]

4 commenti:

  1. Tempo fa ho assistito a un intervento del Presidente di Osservatorio Antigone. Ha sottolineato anzitutto che il sovraffollamento delle carceri non è una calamità naturale come un terremoto, bensì l'effetto di precise scelte politiche. Quindi ha messo sul banco degli imputati proprio la recidiva contenuta nella legge ex-Cirielli, che io conoscevo solo per gli effetti sulla prescrizione, e che evidentemente non è innocua affatto.

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  2. cara Giada, ho scoperto solo oggi questo tuo post (o blog o come diavolo si chiamino)e sono rimasto favorevolmente colpito sia dal tuo profilo sia dalle semplici quanto vere ammissioni su quello che è in generale la tua descrizione di vita e di aspirazione. Non capita quasi mai che una persona possa definire se stessa anche al servizio degli altri. Vivo in Toscana ed ho qualche anno più di te e faccio un mestiere (l'architetto) che in qualche moda incrocia anche la tua professione, anzi dovrei dire che forse costruire e/o progettare case si basi oggi più di ieri su fondamenti giuridici. Ho letto alcuni tuoi post e li condivido perchè sono ben scritti e circostanziati, utili davvero per i cittadini. Probabilmente qualche volta, ora che ti ho inserita nei miei Preferiti, ci troveremo a discutere in maniera anche sostenuta ma sicuramente nel rispetto delle proprie idee e della propria cultura.
    Su questa "benedetta" legge ex-Cirielli saprai bene perchè utilizzo quel virgolettato. Forse è alla base anche delle attuali storture della nostra giustizia di quest'ultimo periodo ed il riferimento alle vicende politiche ultime non è puramente casuale. Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero - sensato e concreto come vedo - riguardo anche agli ultimi avvenimenti politici che hanno interessato marcie forzate da parte di una certa parte del Parlamento. In fatto di giustizia si parla sempre di imputato e di per sè non sarebbe sbagliato ma si dimentica che se deve essere "giustizia" allora dovremmo spostare tutte le nostre attenzioni e leggi conseguenti non sull'imputato ma sulla vittima.
    Spero di non aver fatto troppa confusione. a presto

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  3. Massimo grazie mille per il commento e per i complimenti. Aspetto i tuoi commenti per poter discutere con te :) il blog è nato proprio per creare un dialogo e portare idee (anche se per il momento non ha molto seguito).
    Per quanto riguarda il mio pensiero, se ho capito bene quello che vuoi sapere, leggi gli ultimi post del mese di aprile 2011 intitolati "L'evoluzione della pena" (parte I e II)..nel quale sto affrontando (o ci sto provando) proprio le tematiche riguardanti la giustizia, l'approccio politico e mediatico.
    Un saluto! :)

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  4. Grazie Giada (o LaMeska? come ami farti chiamare? poi magari un giorno mi spiegherai cosa significhi, sai sono un pò vecchiotto rispetto a te...)di avermi risposto. Spero di poter continuare, nei ritagli del mio mestiere o lavoro che sia, questa conversazione con te e con altri amici. In fondo da buon toscano credo che Varese sia appena dietro l'angolo, non trovi?

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