mercoledì 6 ottobre 2010

Nomadi non nomadi.



E' da molto tempo che vorrei spendere qualche parola su questo argomento. L'occasione ulteriore mi è stata data, qualche settimana fa, dal presidente della Repubblica della Francia il quale, attraverso una criticata operazione legislativa, ha inteso espellere nomadi non regolari presenti nel territorio francese. La mia intenzione non è quella di commentare tale questione anche perchè, provando ad informarmi qua e là, non è che sia riuscita a capire effettivamente chi, cosa e quali modalità prevedesse quella legge (o decreto? mah..misteri che attraverso le (dis)informazioni dei giornalisti di oggi non comprenderemo mai). La mia opinione sui popoli nomadi l'ho sempre avuta ma prima di scrivere qualsiasi cosa ho cercato qualche informazione in più.

Dal dizionario:
NOMADE: agg. m e f - caratterizzato da nomadismo, in partic. si dice di gruppo etnico che pratica il nomadismo. [Dal latino nomade che è dal gr. nomàs - àdos, deriv. di nèmein "pascolare", propr. "chi erra con il suo gregge"].

NOMADISMO: n. m - 1. regime di vita proprio dei popoli o tribù che non vivono in maniera stabile su un territorio, ma si spostano entro aree più o meno vaste a seconda degli andamenti stagionali e climatici, il nomadismo degli zingari. [...]


Da Wikipedia (criticata da molti, io credo, invece, che offra numerosi spunti e nozioni base per poter poi approfondire attraverso altri canali di informazione.)
ZINGARI, zigani, zingani, gitani sono termini generici usati per indicare un insieme di diverse etnie, originariamente ritenute nomadi. Attualmente il nomadismo interessa solo una minoranza di queste popolazioni. A causa della connotazione negativa che la parola "zingari" ha assunto, alcuni ritengono politicamente scorretto definirli con questo termine e perci vengono da alcuni superficialmente o erroneamente anche definiti nomadi (anche se la maggior parte non lo è più) rom (ma non tutti lo sono) sinti (nome di una delle numerose etnie) oppure in modo totalmente erroneo: slavi o rumeni (a causa della cittadinanza di molti di loro). Secondo diversi studiosi, il termine corretto da utilizzare sarebbe quello proprio dell'etnia o il termine più generale di popolazione romanì. Le popolazioni romanì sono in massima parte stanziali e hanno generalmente la cittadinanza del paese in cui vivono. [...]
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ROM (popolo) uno dei principali gruppi etnici della popolazione di lingua romanes/romanì che si presume essere originaria dell'India del nord. Il gruppo etnico dei rom vive principalmente in Europa, distribuito in una galassia di minoranze presenti principalmente nei Balcani, in Europa centrale e orientale. Non sempre di definiscono essi stessi rom perchè si identificano con la patria d'origine (è il casi dei rom rumeni ad esempio).
I rom in Italia, nel linguaggio giornalistico ed in quello comune, vengono erroneamente definiti "rumeni" o "slavi": in realtà non esiste nessuna connessione tra il termine rom e lo stato della Romania (al quale appartiene il popolo di lingua neolatina dei rumeni di lingua rumena) o con gli slavi (ai quali appartengono popoli di diverse etnie o lingue). [...]
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Bene. Ovviamente sono contraria ad azioni di tipo repressive da parte delle amministrazioni comunali, regionali o da parte dello Stato. Ma semplicemente perchè ritengo che non siano appropriate a risolvere un problema, di qualunque natura. Certo è che guardandomi attorno, soprattutto viaggiando in treno posso dire di aver visto delle situazioni che non mi sono piaciute affatto: posso capire che vengano riservate delle aree ai nomadi (lo so che dalle mie ricerche è risultato che ormai il nomadismo non lo pratica quasi più nessuna di queste etnie, ma come li vogliamo chiamare? E loro stessi come definirebbero la propria situazione?) ma non concepisco come queste aree possano essere trasformate in piccole cittadine, non ho visto solo roulottes ma prefabbricati di legno di piccole e notevoli dimensioni, impianti per la televisione satellitare, fili elettrici che dai pali dell'ENEL (e quindi deduco energia che altri pagano) arrivano dritti dritti all'interno degli alloggi o collegate a lavatrici lasciate esterne alle abitazioni. Tutto questo dovrebbe essere sinonimo di cosa? Se non sono nomadi allora perchè vivono come tali ma con le comodità della vita sedentaria? Senza contare quello che si può ammirare nelle zone che prima erano riservate all'accampamento di queste persone: rifiuti di ogni tipo dai materassi a sacchetti di plastica pieni di chissà cosa (e io mal tollero coloro che non rispettano l'ambiente). Non voglio entrare nel discorso che riguarda cosa facciano queste persone per sopravvivere, cerco di stare lontana dai luoghi comuni e mi attengo a quello che ho visto in prima persona così che nessuno (forse) possa pensare che parlo per nulla.
Quindi una persona come me, ritengo di appartenere alla categoria di coloro che non sognano leggi razziali e che pensano che la multiculturalità sia un valore aggiunto per un paese, che idea dovrebbe farsi di fronte ad una situazione del genere? Non mi piacciono i buonismi, le persone che cercano di coinvolgerli (o stravolgerli?) nella vita della comunità: battersi perchè i bambini vadano a scuola, portargli provviste d'acqua..ma non tanto perchè credo l'azione sia sbagliata in sè quanto perchè penso che loro abbiano la propria cultura e, nonostante facciano il nostro gioco, non hanno intenzione di adeguarsi (e qui si aprirebbe un discorso ancora più complesso..credo che le proprie radici vadano assolutamente conservate, nel rispetto delle altre ovviamente). Mi viene da pensare che coinvolti ci siano questioni ben più grosse, implicazioni nella gestione delle relazioni internazionali perchè altrimenti non mi spiego il motivo per cui le soluzioni che un governo trova sono l'una l'opposto dell'altra: l'espulsione indifferenziata oppure concessione di piccoli benefici che non hanno nulla di razionale (cosa significa delimitare queste persone nelle zone degradate tra autostrade e ferrovie e lasciare che vivano come ho descritto più sopra, ovvero sulle spalle di coloro che pagano tasse e ogni tipo di consumo?).
Ma per affrontare un problema in genere non bisognerebbe sapere in cosa questo consiste?
Forse se queste etnie, insieme ai governi che le ospita, si impegnassero davvero a cercare di darsi una consistenza, definiamola sociale-culturale, la questione non sarebbe più semplice?

Giada Iovino

7 commenti:

  1. Nei primi mesi del 2010, Amnesty International, a livello Internazionale, ha lanciato un'azione contro il Piano Nomadi di Roma [info qui: http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3178].

    Come di consueto, prima di iniziare a sensibilizzare l'opinione pubblica, Amnesty ha approfondito la questione Rom con ricerche e incontri in cui sono stati sfatati alcuni dei più diffusi luoghi comuni sull'argomento.

    Ho riportato alcune delle informazioni ricevute nel mio blog, sotto la tag Human Rights [http://cob-apienavoce.blogspot.com/search/label/Human%20Rights]. Sono tutte documentate e dove possibile ho linkato le fonti, ma essendo materiale di Amnesty è affidabile al 100%.

    Una delle cose che mi ha più colpito di quel che ho letto è che i Rom in Italia sono in totale 140.000: su una popolazione di 60 milioni di abitanti, parlare di emergenza, come si fa spesso, è veramente una indecenza.

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  2. Grazie per i link, li ho letti tutto d'un fiato. Analisi interessanti.
    Nonostante sia contro, come ho scritto, alle azioni repressive non riesco proprio a vederli come delle vittime che non riescono ad inserirsi. E' vero che da parte dei gegè ci sono moltissimi pregiudizi, che sono in gran parte razzisti e tutto quanto. Ma non penso che loro abbiano così tanta voglia di integrarsi, di avere un ambiente pulito etc..anche se non sono più da considerare nomadi io penso che abbiano conservato comunque tale mentalità: lo sfruttamento di un'area fino allo stremo senza preoccuparsi del suo "mantenimento". Ripeto, queste sono le mie impressioni. Ti ringrazio ancora per i link.

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  3. Eppure in larga parte è così. Che poi all'interno della comunità Romanì ci siano anche dei criminali non lo metto in dubbio, ma il discorso vale per qualsiasi gruppo di persone. E sinceramente preferisco quelli che l'AD di una multinazionale che fa danni ben peggiori.
    Sulla propensione all'integrazione non so dirti, conosco personalmente una famiglia di giostrai che da questo punto di vista non ha alcun problema, ma non posso farci statistiche. Probabilmente non è nemmeno questo il punto, se fosse possibile trovare modalità di convivenza rispettose delle inclinazioni di tutti sarebbe la cosa migliore.
    Quello che mi dà molto, ma molto fastidio è sentir parlare tanti tromboni, magari che votano pure Lega, e poi vedere un Renzo Bossi incapace e ignorante pagato 9k euro al mese, o raccomandati di tutte le fogge che senza lo sponsor sarebbero già morti di stenti. E ce ne sono tanti, ma tanti.

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  4. Sì sì il discorso non era sulla "delinquenza" e convengo con te che il problema sarebbe presto risolvibile.
    I tromboni non ascoltiamoli..almeno noi che sappiano che sono tali.. :)

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  5. Un articolo di oggi, ciao

    http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2010/mese/10/articolo/3474/

    CoB

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  6. Grazie CoB..articolo interessante...soprattutto perchè i paesi che hanno cercato di prendere provvedimenti sono quelli che noi definiamo "terzomondo"...pazzesco. comunque penso che le cose sarebbero ancora più semplici non se i governi decidessero di prendere provvedimenti in autonomia ma se ci fosse disponibilità da entrambe le parti.

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  7. Ci sono i ROM. Ma poi ci sono i SINTI che sono la maggioranza e tra gli altri, sono quelli che tengono i rapporti con le mafie per lo spaccio di droga e il traffico di armi. Io li ho conosciuti bene e da vicino, ritengo che anche nel buio più oscuro ci possono essere degli sprazzi di luce, ma, la cultura non centra, è questione di fare i furbi. Possono avere la loro (bellissima) cultura ed abitare in case normali pagando normalmente le tasse.
    I SINTI italiani esistono ed esisteranno sempre perchè faranno comodo sempre a qualcuno, e non per andare al circo o alle giostre.

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